Si chiama Musical Paralysis e colpisce la maggioranza degli individui dopo i 30 anni. O almeno è quello che emerge da un recente studio condotto da Deezer su un campione di 1000 giovani in diversi paesi del mondo.

Con questa espressione ci si riferisce alla perdita di curiosità nei confronti di nuova musica rispetto a quella che usualmente teniamo nei nostri supporti (dove per nuova musica non s’intende per forza quella di recente pubblicazione, ma semplicemente musica che non si conosceva o non si ascoltava già). E stando ai risultati dell’esperimento, una volta diventati biologicamente adulti, iniziamo a fregarcene della musica, o quantomeno a viverla come la vivevamo prima. E se 30 sembrano pochi, pensate che in alcuni paesi (vedi Galles) l’età in cui si entra in questo non invidiabile stato comatoso scende a 23. 

Ma perché ci sentiamo non più musicalmente ispirati? Tre le cause principali:

Al primo posto c’è il lavoro, ovviamente. Dai 30 anni in poi, quando nella maggior parte dei casi passiamo almeno 10 ore in ufficio, il tempo per dedicarsi alla musica è certamente ridotto (se poi ti obbligano a tenere le cuffiette nel cassetto sei davvero nella merda ed ogni giorno che passi lì dentro equivale a 2 anni di vita). Svanita la possibilità di impiegare mattina/pomeriggio/sera/notte su Bandcamp o su Soundcloud non rimane che farsi fagocitare dalla comfort zone di playlist già settate e calibrate per raggiungere l’obiettivo col minimo sforzo.

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Al secondo posto i figli e anche in questo caso, c’è poco di cui sorprendersi. Peraltro, mentre le creature sono nella culla, i neo mammi preferiscono far ascoltare i The Smiths per istruirlo sin da piccino, piuttosto che quella band nordeuropea che fa indie-pop-folk-acustico con il violino elettrico fluo con 3 views e 12 ascolti.

E da ultimo (anche se in una sorta di classifica delle possibili cause occupa il secondo posto con il 19% delle preferenze) c’è il fatto di aver fin troppa scelta. Sembra un controsenso, eppure le sconfinate possibilità dello streaming e della diffusione musicale, impensabili solo una dozzina di anni fa, hanno anche questo effetto. Molte persone, infatti, perdono del tutto interesse alla ricerca già dopo il primo giro di correlati.

Il sondaggio, però, ci dice anche altro.

Infatti poco più della metà a precisa domanda “vorresti avere più tempo?” ha risposto affermativamente. Ma il 47% dei trentenni intervistati ha dichiarato che, sintetizzando, non gliene frega niente. Non è dato sapere, tuttavia, se prima dei 30 fossero musicofili o se il loro status apatico sia rimasto il medesimo. Infine, circa il 60% degli intervistati ha anche dichiarato che, ormai, sono arenati nell’ascolto delle canzoni scoperte da giovani e che non ha più molto senso cercare cose nuove.

E tu? A che livello di paralisi musicale sei? Quand’è stata l’ultima volta che una band sconosciuta ti ha rapito il cuore?