Il Festival di Sanremo è finito: tutti sappiamo chi ha vinto, tutti sappiamo cos’è successo ieri sera e cosa no. Tutti noi, oggi, abbiamo dormito fino a mezzogiorno per riprenderci dalle 10 ore di sonno complessive di questi ultimi cinque giorni. Tutti hanno già espresso i loro pareri, i loro “nooo” per ogni posizione in classifica e la loro indignazione per un fatto, piuttosto che per un altro.
Resistete altri 3 minuti, il tempo di leggere il nostro pagellone. Giuriamo che per un anno non parliamo più di Sanremo, forse.
I filler
Iniziamo col levarci dai piedi i nomi inutili di questo Sanremo, sul quale nessuno ha mai avuto niente da dire né per quanto riguarda la musica, né sugli outfit o sulle esibizioni. Ringraziamo quindi Michele Zarrillo (voto 4), Alberto Urso (voto 4), Junior Cally (voto 4), Tosca (voto Disney), Riki (voto 4), Giordana Angi (voto 4), e Paolo Jannacci (voto 4) per averci dato l’opportunità di prendere delle mini-pause durante le serate per andare in bagno, fumare una siga, preparare il caffè o lo spuntino di mezzanotte.
Quelli che, nonostante tutto, sono ok – o quasi
Grazie per la partecipazione anche a Enrico Nigiotti (voto 5), venuto a Sanremo chiaramente per farsi vedere in televisione da qualche donzella sperando de scopà, a Irene Grandi che si è presa della mummia da tutti – ma vorrei vedervi voi a 50 anni (voto 6), a Levante FKA twigs senza la spada e la pole dance (voto 6.5), a Raphael Gualazzi (voto 6) con un look da gangster tra Tony Montana e Raoul Duke, e ad AnastasioSalmo (voto 5.5).
Quelli lol
Mara Venier che, a piedi nudi, chiama Gavi il nostro Ghali. Tiziano Ferro, presente a Sanremo solo per sponsorizzare Amazon Prime Video (ieri gli abbiamo preferito gli ultimi 15 minuti di Hellas Verona – Juve, scusate). Sabrina Salerno e la sua Boys in chiave Sanremese 🤦.
Tutte le esibizioni dopo l’una si pigliano un bel 2: Diletta Leotta che ci violenta psicologicamente con la cover siciliana di Lose Yourself di Eminem, Vittorio Grigolo che fa il medley dei Queen, quei due che hanno fatto reggaeton (Descemer Bueno e come si chiama l’altro tipo), i PopCorn (De Sica, Ghini, Rossi, Finocchiaro) con la loro simpaticità che neanche i fratelli Vanzina.
Ah, poi Marco Masini (voto 4) con quei cambi improvvisi di voce ci ricorda Serse Cosmi nei post-partita della serie B – BASTAAAAAAAAAAAA.
Quelli bravi
Rancore (voto 7), sempre troppo lontano dal mondo di Sanremo, ha comunque spaccato, vincendo pure il premio come miglior testo.
Elodie (voto 8), impeccabile ieri come durante tutte le altre serate: finalmente la gente batte le mani perché ha capito che sentirà il brano ancora per qualche mese (in attesa di un remix che faccia ballare le spiagge italiane in estate). I Pinguini Tattici Nucleari (voto 6.5), gli ultimi sul podio, fanno il loro senza lode e senza infamia, cercando di coinvolgere il pubblico con le loro trombette e i testi rubati a Lodo Guenzi.
Rita Pavone (voto 8) e Piero Pelù (voto 8.5), dimostrano che per fare casino e per muoverti sul palco senza essere arrestato devi avere 30 anni di carriera alle spalle (vedi la voce Diodato). Bravissimi.
Diodato, appunto, (voto 7), per carisma ed esibizione sarebbe tranquillamente da inserire nel menù dei filler qua sopra. Per sua fortuna il brano è bello per i canoni classici di Sanremo, quindi lo mettiamo tra i bravi; giusto perché siamo sfiniti e non abbiamo più voglia manco noi.
Elettra Lamborghini (voto 7) – avesse cantato così dalla prima sera, tutte la sere, l’avremmo pure vista in top 10.
Francesco Gabbani (voto 7.5), che je vòi dì? Ha trovato la formula magica per piacere sempre a Sanremo e continua ad usarla: se non si stufa lo vedremo di nuovo sul podio nei prossimi anni.
Le Vibrazioni (voto 7.5): chi scrive ha un debole per questa canzone, che poteva tranquillamente vincere; Sarcina ieri sera un pochino sottotono, ma comunque brano e interpretazione sopra la media.
Achille Lauro (voto 8): anche su di lui poco da dire, tanto lo sappiamo. La performance e gli abiti sono, da martedì, sempre inversamente proporzionali al vero valore del pezzo, ma con lui bisogna andare oltre. È stato il re indiscusso di Sanremo per distacco sotto ogni punto di vista.