Il Festivalbar non ha assolutamente bisogno di presentazioni: poche altre cose hanno avuto un impatto e un’importanza così potenti sulla cultura nazional-popolare italiana.
Più innovativo e versatile del Festival di Sanremo, ha rappresentato, con tutti i suoi limiti, il primo approccio al mondo della musica per migliaia di giovani, ha decretato nascita e sorte dei tormentoni estivi, dato visibilità e notorietà, in seconda battuta, a molte località italiane.
Intendiamoci, raramente si è assistito, su questi palchi/schermi, a performance artistiche di rilievo: il Festivalbar è stato per anni il megafono del trash italiano e straniero più disimpegnato e genuino, ha concesso un palco a cantanti e band dalle qualità quantomeno discutibili: tutto comunque permesso e concesso in funzione del mero intrattenimento, appunto, popolare. Poche volte, quasi mai, lo scopo è stato quello di regalare al pubblico esperienze estetiche: il pubblico del festivalbar, comunque, non ha mai cercato nelle doppie compilation, la rossa e la blu, il quid costituente il sublime, ma solo canzoni da poter cantare e ballare, in maniera assolutamente spensierata, durante le sere d’estate.
In questo senso, abbiamo individuato quelle che sono state le canzoni più significative della storia del Festivalbar, le 25 pietre miliari della sua storia, i tormentoni che ancora oggi, dopo anni e anni, ci rimbombano in testa, entrati nel nostro sistema mnemonico anche contro la nostra più ferrea volontà di escluderle.