A 7 anni dall’uscita dell’ultimo disco, i Gorillaz stanno continuando ad alzare l’asticella dell’hype e delle aspettative per il prossimo grande lavoro.

Prima con semplici annunci durante qualche intervista, poi con la creazione di magiche storie su Instagram e più recentemente con una playlist di canzoni tutte femminili scelte da Noodle in persona. Se per caso non siete ancora pronti e vi serve il ripassone dell’intera discografia vi aiutiamo noi con la lista delle migliori 10 canzoni prodotte dalla cartoon-band nei suoi 16 anni di vita.

10) Do Ya Thing

Iniziamo con un inedito. Do Ya Thing, scritta con André 3000 per Converse nel 2012, è un po’ l’essenza dei brani più importanti dei Gorillaz. Ritmo incalzante e scambi di cantato tra Damon Albarn e un rapper, in questo caso una metà degli Outkast. Il tutto prodotto da James Murphy che sembra essere arrivato per dare un nuovo suono al futuro della band.

09) Some Kind Of Natire (ft. Lou Reed)

Questa canzone è un gioiellino che i Gorillaz custodiranno stretto, vista anche la scomparsa del grande Lou Reed. Un pezzo che esce dal territorio classico del gruppo per sfondare i suoni delle chitarre grezze e dell’elettronica distorta dei Velvet Underground e del primissimo Lou. Una vera chicca.

08) DARE

挑戦 (DARE) è da sempre uno dei pilastri della carriera della band, grazie soprattutto al duetto tra Noodle (interpretata da Roses Gabor) e Shaun Ryder degli Happy Mondays e dalla versatilità del pezzo. Il brano infatti presenta atmosfere trip-hop ma con un ritmo più funk e disco, tanto da essere stato remixato in versione club da gente del calibro di The DFA (James MurphyTim Goldsworthy), Soulwax e Junior Sanchez.

07) 19-2000

Il secondo singolo in assoluto dei Gorillaz oltre ad essere micidiale con quel suo motivetto è stato fondamentale per la nascita e la crescita del mondo cartoon dietro la band. Il quartetto infatti nel video non si limita a suonare ipnotizzato come in Clint Eastwood, ma ha una vita propria e inizia a mostrarci qualcosa in più che da lì a oggi sarà una fantastica avventura. Ma chi ha lasciato il volante a Murdoc?

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06) Empire Ants (ft. Little Dragon)

Un altro duetto pazzesco. Questa volta Damon è affiancato dalla Yukimi Nagano dei Little Dragon. Non è il solito rap o qualcos’altro di movimentato: è semplicemente la colonna sonora di un perfetto tramonto visto dalla Plastic Beach in cui questa canzone è contenuta. Un sogno ad occhi aperti che ti fa volare altissimo.

05) El Manana

El Mañana è il finale inaspettato di Feel Good Inc.. Perché dopo i vari “Love forever, love is free, let’s turn forever you and me” vediamo Noodle morire sull’isola volante colpita ripetutamente da grossi elicotteri neri. Ma forse non è finita, perché la speranza è l’ultima morire e nonostante la tristezza, il brano ci lascia qualcosa di luminoso in fondo al tunnel.

04) On Melancholy Hill

Se la doppietta appena passata non vi è bastata allora arriva il capolavoro di Plastic Beach. I Gorillaz spariscono quasi completamente per dare spazio al Damon Albarn più puro e sincero. Un magnifico indie-pop pieno zeppo di suoni e melodie ultra-dettagliate che fanno rinascere Noodle (forse) in un video spettacolare dove tutta la ciurma del disco (De La Soul, Lou Reed, Gruff Rhys, Snoop Dogg, Mick Jones, Paul Simonon) aiuta la band a raggiungere la tanto agognata Plastic Beach.

03) Feel Good Inc.

Se un Grammy Awards come Best Pop Collaboration with Vocals non è abbastanza non importa: conosciamo tutti la bellezza e la potenza di Feel Good Inc.. La potenza dei De La Soul nella strofa e bellezza della chitarra acustica di Noodle accompagnata dalla soave voce di Damon creano quel vento fresco che fa girare le pale dell’isola volante, facendola viaggiare in un limpido cielo blu.

02) Clint Eastwood

I Gorillaz sono questa canzone e viceversa. Quel maledetto giro di basso è uno dei suoni che ha segnato due intere generazioni. È l’inizio del viaggio – sia nel mondo reale che in quello dei cartoni animati – di una band che, tra performance in 3D e tante strane teorie, oggi risulta tra le più simpatizzate nel mondo musicale.

01) Don’t Get Lost In Heaven / Demon Days

Nessun passaggio in radio, nessun video e nessuna posizione in classifica. Niente di niente. La doppietta in chiusura di Demon Days è la ciliegina sulla torta chiamata Damon Albarn. Il viaggio sull’isola volante contro i demoni e gli elicotteri è giunto al termine e il disco esplode in un canto corale ricco di archi malinconici e un pianoforte martellante. A chi sia rivolto questo canto è interpretabile in due semplici modi: la prima teoria sostiene che sia rivolto alla (presunta, ndr) defunta Noodle, la seconda invece semplicemente a noi tutti. Un canto di pace e soprattuto di speranza (a differenza di tutto il disco) che ci invita a trovare sempre la luce nonostante i momenti bui in cui il mondo si trova (al momento dell’uscita i temi riguardavano la guerra in Iraq e i cambiamenti climatici). Un brano attualissimo dunque.