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Ogni 4 anni, come qualunque persona senziente saprà, da qualche parte nel mondo vengono organizzati i Mondiali di calcio. Ogni mondiale ha i suoi tormentoni, i suoi fenomeni, le sue polemiche, le sue mode, ma anche la sua colonna sonora. Si tratta della canzone ufficiale scelta direttamente dalla FIFA, che a ogni nuova edizione si impegna per ricordarci che il calcio e il buon gusto in fatto di musica sono cose che insieme non possono stare.

L’inizio della tradizione ha avuto origine nel 1978 coi Mondiali argentini, e bisogna ammettere che qui almeno le buone intenzioni c’erano: ad essere chiamato a scrivere l’inno è nientemeno che Ennio Morricone, che per l’occasione ci delizia con una sua personale interpretazione delle canzoni dei peruviani col flauto di pan che fino a poco tempo fa allietavano le piazze delle nostre città (a proposito, dove sono finiti?).

Nel 1982 i Mondiali sono in Spagna e la scelta cade su Placido Domingo: il suo vocione tuona possente sopra a una marcetta che, a parte incarnare tutti gli stereotipi spagnoli possibili, ha una base che provocherebbe imbarazzi anche nelle balere delle feste di paese.

Per gli intrepidi, c’è anche la versione cantata in italiano da Claudio Villa, che ci permette di meglio apprezzare il testo dove spiccano versi come “Milioni di gole roventi inneggiano tutte alla gloria l’alloro al piede più degno”.

Duce, Duce.

Argentina 1986: gli anni ’80 sono esplosi in tutta la loro gloria, e Stephanie Lawrence insieme al tastierista degli Yes ci regalano l’inutilissimo ballatone A Special Kind Of Hero.

La canzone fa cagare come poche, e viene probabilmente usata come arma dal Pibe de Oro per stordire i suoi avversari prima di dribblarli senza pietà.

Arriviamo alla mitica Italia ’90. Per questa edizione la FIFA propone un’eccezione al cattivo gusto e ci propone una canzone niente male, la famosa Notti Magiche del trio Bennato, Nannini, Moroder.

https://www.youtube.com/watch?v=gyJzw102yqo

D’altronde erano mondiali illuminati, basta ricordare la bellezza della mascotte ufficiale Ciao.

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Ciao e Moroder, nel 1990 eravamo quasi una nazione figa.

Arriviamo a Usa ’94. Come tutti sappiamo agli americani del calcio non frega niente, e non si prendono neanche il disturbo di scegliere un singolo inno. Infatti ce ne propongono due, che anche messi insieme non fanno una canzone non dico ascoltabile, ma almeno memorizzabile. La prima è infatti questa:

Cavalcata strumentale scritta da Charles John Skarbek, Richard Simon Blaskey e Snake Chris Davis, trio di cui non si ricorda nulla se non la loro passione per i secondi nomi, e questa:

Pezzo di Daryl Hall che, a riascoltarlo ora, potrebbe quasi sembrare una b-side di un singolo dei Killers.

L’edizione del 1998 è invece peculiare per diversi motivi. L’inno ufficiale è questa sottospecie di pezzo jungle-trance che sembra uscito dalla colonna sonora di un combattimento di Tekken, e che credo chiunque voglia un minimo di bene a se stesso non possa ricordare:

Ma la vera canzone simbolo dei Mondiali francesi diventa invece quella che all’origine era il suo inno ufficioso, la gayssima Copa De La Vida del gayssimo Ricky Martin.

Ma non è questa l’unica novità di questa edizione. A partire da quest’anno, la Federcalcio ha la sfortunata intuizione che Mameli non basta più: anche la Nazionale deve avere la sua canzone ufficiale da Mondiali. E chi poteva incarnare lo spirito nazionalpopolare meglio di lui?

Ma la scelta non gli basta e presi dall’entusiasmo decidono che questa cosa deve venire trasmessa prima di ogni partita degli azzurri. Io voglio pensare che Di Biagio abbia sbagliato il rigore per evitare all’Italia tutta di dover continuare ad ascoltare questo pezzo.

Siamo al 2002, e anche in questa occasione la FIFA propone 2 pezzi. Al selezionatore evidentemente la botta trance non gli è ancora passata, e il primo inno è quello dei Vangelis, che in pratica è la versione brutta di un pezzo di Scooter:

Il secondo è Boom di Anastacia.

Un pezzo irritante come l’arbitraggio di Byron Moreno contro la Corea.

È il 2006: ANDIAMO A BERLINO BEPPEEEE! E mentre ci andiamo, dobbiamo beccarci questa indimenticabile colonna sonora. The Time Of Our Lives, del Divo con Toni Braxton:

E l’irresistibile ritmo brasileiro-teutonico di Herbert Grönemeyer:

Ma le vere grandi soddisfazioni arrivano dall’Italia, e non solo grazie alle vittorie sul campo.

La Federcalcio, in un attacco di puro avanguardismo, decide che Claudio Baglioni non incarna più al meglio lo spirito dei tempi e decide di sostituirlo con loro:

Mentre in piazza l’italiano di ogni luogo impazzisce al ritmo di Checco Zalone:

E si ritrova indie a sua insaputa, cantando a squarciagola i White Stripes di POPOPOPOPOPOPO.

Reinterpretandoli col tipico buongusto italico che tanto famosi ci rende nel mondo:

Passata la sbornia mondiale nel 2010 ci si ritrova in Sudafrica, dove in un clima di terzomondismo spiccio ci becchiamo Waving Flag di K’naan:

e soprattutto Shakira con Waka Waka:

Purtroppo l’effetto collaterale che sembra generare la canzone è quello di convincere tutte le chiattone del mondo che essere Shakira è lì, alla loro portata, e per tutta l’estate i locali si riempiono di portatrici di deretani deformi che si scuotono con le mani giunte a preghiera con scene che manco a Medjugorje.

Siamo arrivati finalmente a oggi e ai Mondiali che si stanno per aprire in Brasile. Quale sarà la canzone che tormenterà le nostre orecchie fino alla grande finale di Rio? Ufficialmente questa, interpretata da Claudia Litte, l’eterna J.Lo e prezzemolo Pitbull. Forse dai 3 ci si poteva aspettare qualcosa di più.

Ma per fortuna ci pensa ancora una volta la Federcalcio a darci un motivo in più per tifare gli azzurri. Prima di ogni partita infatti, quest’anno potremo ascoltare la nuova canzone di una grande band, un gruppo amato da tutti, grandi, piccini e salentini. Loro sono i Negramaro, e la canzone che fa già palpitare i cuori della nazione è questa:

Una sola parola per voi della Federcalcio: GRAZIE.