Ad un mesetto scarso dall’apertura dei cancelli, il Primavera Sound di Barcellona si presenta ai nastri di partenza con la consapevolezza di essere diventato da qualche anno a questa parte uno dei (se non il) festival di riferimento del panorama europeo. Questa condizione di leader non è mutata nemmeno per l’edizione 2019, nonostante il chiacchiericcio dei primi giorni dopo la pubblicazione del cartellone.

Da più parti, infatti, sono stati sollevati dubbi su alcuni aspetti di una line up, considerata priva di headliner di qualità e aperta con troppa disinvoltura a generi come black music/elettronica/reggaeton, che snaturerebbero la natura prettamente indie del festival. (Non a caso, infatti, se oggi vuoi sentirti veramente integrato puoi prenderti il Primavera Pack col berrettino con su scritto “ex-indie“).

Al netto di ogni considerazione sugli ospiti, che comunque si basa sempre ed esclusivamente sul gusto e la sensibilità personale di ognuno, ciò che ormai è evidente è che moltissime critiche appaiono superficiali e noiose almeno tanto quanto l’idea che ci debbano essere uno, due, tre headliner da 20.000 persone nell’orario centrale. Un’idea di festival decisamente anacronistica e che, per vero, non tiene conto né delle peculiarità del PS né, soprattutto, del fatto che la qualità viene garantita ad un livello altissimo per tutta la durata della giornata. E parliamo di un festival che conta più di 250 artisti.

A ben vedere, infatti, mai come quest’anno il cartellone brilla per varietà e rischia seriamente di porsi come una delle edizioni più stimolanti da questo punto di vista, non da ultimo proprio perché impone al consumatore di approfondire conoscenze musicali già acquisite, o di maturarne di nuove scoprendo artisti sentiti solo di sguincio o per la primissima volta.

Ed è per questo motivo che abbiamo selezionato, uniformandoci anche noi al disposto del New Normal, 10 nomi non troppo mainstream che non dovete assolutamente perdervi nei 4 giorni più attesi dell’anno.

In fondo al post trovate la playlist Spotify riassuntiva, almeno ve li ascoltate con calma. Ci vediamo a Barcellona!

070 Shake

Danielle Balbuena, classe ’97, meglio conosciuta come 070 Shake, è una cantante e rapper americana di North Bergen, New Jersey. Fa parte del collettivo 070, con il quale ha pubblicato il mixtape The 070 Project: Chapter 1 (2016) e ha rilasciato il suo primo EP, intitolato Glitter, nel marzo 2018. Il disco della queer star della musica hip hop si concentra su i suoi problemi di autostima, quelli con le droghe e sulla sua sessualità. Sull’album Danielle ha detto: “Is about being in a dark place and finding yourself and figuring it out. It’s about being in the lowest of lows type of shit”. Sempre nel 2018 ha preso parte a Santeria, traccia presente nell’album Daytona di Pusha T, ma anchein  Ghost Town e Violent Crimes, contenuti nell’ultimo disco di Kanye West. La carica emotiva e l’energia sono i suoi punti di forza e mentre buona parte dei suoi colleghi continua ad esaltare il benessere di facciata, 070 Shake cerca di portare tutti su un’altra strada: “It’s not time for talking about money. We have to talk to people about real shit. If you project these things to people, they are going to think you need that to be happy. No. You need love”.

Da ascoltare se vi piace: Aftertheparty, Skinny, Shotta Spence, Glenn Travis, Thutmose

Canzoni per conoscerla: Glitter, I Laugh When I’m With Friends But Sad When I’m Alone, Accusations

Quando e dove: giovedì 30 maggio, Palco Pitchfork, ore 00.35.

Boy Pablo

C’è un sole tiepido che tocca la costa di Bergen e da quelle parti prende il nome di Boy Pablo. I raggi si riflettono nell’acqua ghiacciata anche in estate e diffondono un tepore agrodolce. Una chitarra leggera come la neve risuona in sottofondo tra i fiordi e mentre si muove tra riverberi in bassa fedeltà, racconta come si fa a soffrire mantenendo il sorriso stampato sulla faccia. Nessuno potrebbe sospettare che in mezzo a quel benessere tutto chill e birrette ci sia un cuore infranto. Eppure, Boy Pablo è così, origini cilene e tendenze da Mac DeMarco, ha imparato a sopravvivere anche quando le cose vanno di merda e a mescolare sapientemente gli acidi con il glucosio e noi non vediamo l’ora di condividere con lui queste contraddizioni, magari proprio mentre il sole si perde nelle acque del mediterraneo.

Da ascoltare se vi piace: Mac DeMarco, Yellow Days, Rex Orange County, Lofi Deplphi, Her’S 

Canzoni per conoscerlo: Sick Feeling, Losing You, Everytime

Quando e dove: sabato 01 giugno, Palco Seat, ore 18.45.

Coucou Chloe

Ci sono molti modi per parlare di Coucou Chloe. E state sicuri che qualsiasi sia la prospettiva che si sceglie di utilizzare, non c’è alcun rischio di finire fuori fuoco. Francese di origine, londinese per adozione, Chloè Erika Jane è un fiume in piena che sta travolgendo tutto ciò che le si presenta sotto i piedi. Che sia la moda (sua la musica per l’evento dedicato alla linea di Rihanna per Puma), sia – e soprattutto – che si parli di musica. E qui il discorso si fa interessante. Influenzata dai videogiochi e dalla trap, Coucou Chloe si sta costruendo un’identità artistica dura come l’acciaio, sostenuta dalla violenza della cassa hardcore ed addolcita da voci pitchate e riverberi a tinte industrial. Non a caso è diventata in poco tempo una dei cavalli più nobili della scuderia di Sega Bodega, di NUXXE e di NTS Radio. E se questi sono i presupposti, la probabilità che il primavera sound ne esca tramortito è altissima.

Da ascoltare se vi piace: Seda Bodega, Gabber Eleganza, Lotic, Sophie, Eric Taxxon

Canzoni per conoscerlaGecko, GS, Flip U

Quando e dove: mercoledì 29 maggio, Sala Apolo (Primavera a la ciutat), ore 00.45.

HOMESHAKE

Se cercate il nuovo volto della musica da camerettaHOMESHAKE è il nome da segnare in agenda. Canadese come Mac DeMarco muove i primi passi proprio come suo chitarrista e ne rimane inevitabilmente influenzato, ma non del tutto. La separazione e la ricerca di un’identità propria lo portano a sperimentare un crossover tra synth popR&B e downtempo. Il risultato non è certamente immediato, a tratti pigro e svogliato, ci trovi dentro un po’ di D’Angelo, un po’ di Prince ma anche tantissimo della nuova area chill che piace tantissimo anche se suona un po’ de merda. Il suo live è una boccata d’aria fresca ed è ciò di cui ha bisogno il pubblico della Primavera per fare un po’ di decompressione.

Da ascoltare se vi piace: Prince, Blood Orange, Mac DeMarco, No Vacation, Connan Mockasin

Canzoni per conoscerlo: Just Like My, Nothing Could Be Better, Call Me Up

Quando e dove: martedì 28 maggio, Sala Apolo (Primavera a la Ciutat), ore 22.00.

Lucy Dacus

Il talento di Lucy Dacus, cantautrice ventiquattrenne di Richmond, Virginia, era già emerso con la pubblicazione dell’album di debutto No Burden (2016). Ma con la release del sophomore Historian (2018) l’americana ha innalzato ulteriormente il livello di musiche e testi. L’introspettivo indie-folk di Lucy, che musicalmente non propone nulla di nuovo, narra sentimenti e paure con energia o fievoli sussurri, alternando aperture rock a momenti più malinconici. La sua forza sta nella capacità di mostrarsi per come è, senza orpelli e senza nascondere una certa timidezza.

Da ascoltare se vi piace: Soccer Mommy, Snail Mail, Angel Olsen, Courtney Barnett, Mitski

Canzoni per conoscerlaNight ShiftYours & MineI Don’t Wanna Be Funny Anymore

Quando e dove: venerdì 31 maggio, Ray-Ban, ore 16.45.

JPEGMAFIA

Conosciuto anche come Peggy, classe ’89, di Baltimora, tanto talentoso quanto enigmatico. Si laurea in giornalismo, ma poi decide di arruolarsi nella US Air Force. Durante il soggiorno militare in Giappone inizia produrre i primi brani con il moniker JPEGMAFIA e forma il gruppo Ghostpop che ha avuto un discreto successo negli ambienti underground di Tokyo. Congedato con onore, nel 2015 torna nella città natale e solo dopo un anno pubblica Black Ben CarsoThe Second Amendment (with Freaky), che però non hanno avuto lo stesso l’impatto di Veteran (2018). Con il suo ultimo disco Barrington DeVaughn Hendricks ha sfornato 19 tracce tanto eterogenee quanto originali, e solo all’apparenza allo stato embrionale. Ciò che rende così interessante l’internet hip hop di Veteran è sì lo stile, ma principalmente la consapevolezza del mondo che circonda JPEGMAFIA e la contezza con cui ne parla senza mai mostrarsi tronfio. Nel disco c’è tutta Baltimora (una delle città più violente degli USA e con grandi problemi di discriminazione razziale), non manca l’introspezione e l’urgenza della narrazione di Peggy sfocia  spesso nella rabbia nemica giurata dell’alt-right.

Da ascoltare se vi piaceDeath GripsH09909, Earl Sweatshirt, BROCKHAMPTON, Lou The Human 

Canzoni per conoscerlo: Baby I’m Bleeding, Real Nega, Rock N Roll Is Dead

Quando e dove: sabato 01 giugno, Adidas Originals, ore 03.20.

Yaeji

Yaeji, ventiseienne sudcoreana trasferitasi a New York per studiare, ci ha convinti in toto dopo la pubblicazione di EP2, il suo secondo lavoro in studio sulla breve distanza a poco più di sette mesi dal precedente. Già aveva stuzzicato la nostra curiosità con il suo remix di Passionfruit di Drake e con la sua esibizione in occasione di una Boiler Room nella Grande Mela. Kathy Yaeji Lee ha iniziato a produrre musica per hobby, prima che i suoi pezzi iniziassero a fruttare credeva che avrebbe fatto la graphic designer. Dj, producer, cantante, rapper e artista visiva, Yaeji è l’archetipo delle contaminazioni artistiche, culturali e linguistiche.

Da ascoltare se vi piacePeggy Gou, Kaytranada, Kelly Lee Owens, Mall Grab, Leon Vynehall

Canzoni per conoscerla: raingurl, after that, One More

Quando e dove: giovedì 30 maggio, Palco Lotus, ore 02.25.

Objekt

Il 2018 ha consacrato Objekt come una delle personalità più talentuose del movimento techno-berlinese, grazie alla sua narrativa complessa e fortemente ambiziosa. Del resto, dove c’è estro non può mancare il desiderio di imporsi e questo ingegnere del suono ne ha tanto di uno quanto dell’altro. TJ Hertz, in particolare, rifiuta categoricamente la sola ricerca estetica o il gusto superficiale ed esplora nuovi livelli di comunicazione e di espressione artistica che hanno trovato l’apice in Cocoon Crush. Questa ricerca, a tratti tormentata, lo ha portato a scovare una inedita armonia tra elementi naturalistici e sintetici. E non a caso, il suo è un progetto fortemente organico, spiazzante, che rifugge l’idea classica di techno e che – al contrario – esprime una tensione meno immediata e più mentale. Allo stesso tempo, Objket ci mostra anche il lato oscuro e primordiale dell’universo attraverso modulazioni claustrofobiche e frammentate che lo rendono uno degli outsider più interessanti di questa edizione del Primavera Sound che porterà sul palco uno show imperdibile ed angosciante.

Da ascoltare se vi piace: Pearson Sound, Oneothrix Point Never, Andy Stott, Vessel, Blawan

Canzoni per conoscerlo: Dazzle Anew, 35, Secret Snake

Quando e dove: giovedì 30, Ray-Ban studios (dj), ore 23.00; venerdì 31 maggio, Palco Lotus (live), ore 3.20

Amyl and The Sniffers

L’Australia esiste e anche gli Amyl and The Sniffers, la band punk che quest’anno esce dai confini nazionali per venire in Europa a ricordare a tutti che la terra è tonda e che le chitarre non sono morte. Vengono da lontano, dagli albori dei primi ’70 fino e nel loro progetto ci sono tutti gli ingredienti che hanno permesso al punk di imporsi nella storia come autentico cataclisma, come movimento musicale et sociale. C’è tanta rabbia e tantissima voglia di far casino; zero pause e ancor meno elementi barocchi. Al comando del quartetto, in veste di master e voce guida, c’è Amy Taylor, una che si rompe le ginocchia sul palco, ma che ci risale poche settimane dopo. Sa cosa vuole e sa come ottenerlo. E soprattutto siamo pronti a scommettere 5 pesetas che è pronta a brandire con orgoglio la bandiera del New Normal, in questa edizione del Primavera che ha estremo bisogno di donne e chitarroni.

Da ascoltare se vi piace: The Ramones, Sex Pistols, The Stooges, X Ray Spex, The Ohsees

Canzoni per conoscerli: Balaclava Lover Boogie, Cup Of Destiny, Got You

Quando e dove: venerdì 31 maggio, Adidas Originals, ore 23.30; domenica 02 giugno – Sala Apolo (Primavera a la Ciutat), ore 00.45.

Slowthai

Tyron Kaymone Frampton, aka slowthai, è un rapper di Northampton classe ’94. Il moniker prende spunto dal soprannome affibbiatogli da bambino a causa della timidezza e dei problemi di pronuncia che lo facevano parlare con fatica. Ma con i suoi brani diretti e grintosi, con cui di frequente si è schierato contro la Brexit e Theresa May, si è lasciato alle spalle le sue debolezza. La rabbia di slowthai non è un capriccio: i suoi versi sono intelligenti, crudi e attuali. E dal vivo Tyron è una macchina da guerra.

Da ascoltare se vi piace: Skepta, Children Of The Damned, Kojey Radical, Dimzy, Bisk

Canzoni per conoscerlo: T N Biscuits, High Beams, Doorman

Quando e dove: sabato 01 giugno, Palco Pitchfork, ore 4.10.