Il 2010 fu l’anno della disfatta definitiva di MySpace che, con la sua morte, si portò via tutti i ricordi di quella scena musicale indie che si affermava online nata con gli Arctic Monkeys a metà dello scorso decennio: nativi digitali che ce l’avevano fatta, riuscendo ad affermarsi a livello mondiale partendo da una pagina MySpace e poco più.

Gli artisti dovettero quindi trovare nuovi spazi online per potersi pubblicizzare e per dare vita a quella parola ai tempi misteriosa chiamata HYPE. Fu così che tante nuove band indipendenti scelsero Tumblr come piattaforma di comunicazioni: semplice, diretta, a costo zero e senza filtri. Si postava qualsiasi tipo di contenuto che, all’apparenza, pareva non avere un filo logico.

Il trend che sembrava andare per la maggiore tra gli artisti britannici era quello di circondarsi di mistero e nascondersi: maschere e foulard sul viso sono stati il simbolo di IS TROPICAL, Egyptian Hip Hop e WU LYF.

I WU LYF (inizialmente L Y F) si presentano al mondo con una prima versione di quella che sarà poi conosciuta come Spitting Blood e un EP “Heavy Pop / Concrete Gold“: un esordio devastante che inizia a incuriosire critica e pubblico. Quest’ultimo si espande a macchia d’olio, creando in pochissimo tempo una fan-base solidissima in tutta Europa che riempie internet di immagini della band e chiede a gran voce nuova musica e soprattutto esibizioni live. La band comunica in modo criptico, ambiguo, le esibizioni arrivano, ma sono principalmente una manciata di show in giro per l’Inghilterra.

Il 13 giugno 2011 però, a un paio di mesi dall’annuncio ufficiale, arriva Go Tell Fire To The Mountain, un disco di debutto clamoroso che ancora oggi stenta a essere dimenticato: si fa davvero fatica a trovare un lavoro d’esordio altrettanto impattante nell’ultimo decennio.

Go Tell Fire To The Mountain è un album dal doppio significato che ruota attorno a due tracce principali: We Bros e Dirt. La prima è un messaggio di libertà, fratellanza e pace (We bros you lost man / We bros so long / Put away your guns man / And sing this song), la seconda è un invito alla ribellione e alla rivolta (No matter what they say / Dollar is not your friend – Go tell fire – Me and your friends / We run this town).

Le canzoni, veicolo di disagio sociale, diventano subito due inni di quel periodo (e sono ancora oggi attualissime), grazie anche a i video che le accompagnano (We Bros qua e Dirt qui sotto).

Il resto del disco è composto dalla già note Spitting Blood, Heavy Pop, Concrete Gold e altri capolavori come L Y F e 14 Crowns For Me & Your Friends.

Un turbinio di suoni, voci storpiate, ritmi, conditi da un modo di cantare del leader della band, Ellery James Roberts, che ha rappresentato un vero e proprio segno riconoscibile per l’acerba ma incredibile band di Manchester.

Tutte le tracce di questo disco unico nel suo genere, nonostante i 5 anni passati dall’unica esibizione in Italia a Milano il 29 marzo 2012 (dove noi eravamo presenti ad accompagnare la band prima in giro per la città, poi aprendo il loro set), riescono ancora a emozionare ad ogni ascolto perché i WU LYF non sono stati solo musica, ma anche una grande famiglia, la World Unite Lucifer Youth Foundation, di cui tutti eravamo componenti fratelli, in nome dell’inno “World Unite, I Love You Forever“.

Una famiglia con tante radici, tra cui quella italiana: il chitarrista Ivan Kati è di origini italiane e questo spiega perché tra i ringraziamenti dell’album troviamo personaggio come Massimo Troisi o Alessandro Del Piero.

Un live che ha sorpreso qualsiasi aspettativa, che ha reso questa band un vero e proprio fenomeno: un gruppo di ragazzi “qualsiasi”, come tutti i presenti nel pubblico, che sono stati capaci di creare un immaginario che permettesse ad ognuno di farlo proprio.

Circolo Magnolia, 29 marzo 2012

Una band che ha segnato un periodo, seppur non lunghissimo, e che ci ha davvero reso tristi alla notizia del loro scioglimento.

Sì, perché pochi mesi dopo questo capolavoro, Ellery ha lasciato la band (avrebbe poi dopo un po’ di tempo dato vita ad un altro progetto, i LUH.), e i WU LYF sono scomparsi per sempre (si possono comunque ritrovare nei Los Porcos o nella carriera solista del bassista Francis Lung), all’improvviso, proprio così come erano nati: come fulmini a ciel sereno, Ellery e compagni non hanno perso tempo in smancerie.

Sono nati, ci hanno emozionato, e ci hanno lasciato con GO TELL FIRE TO THE MOUNTAIN, un capolavoro che è una vera e propria storia da raccontare.

I WU LYF sono la prova vivente che ogni tanto bisogna “believe the hype“. Ed è così che l’HYPE funziona, quando a distanza di 6 anni ogni colpo della batteria di Dirt ti distrugge l’anima e ti fa salire la voglia di uscire per strada a spaccare tutto.

Stringiamoci forte, we bros.