La prima parte di questo 2017, musicalmente parlando, ci ha già regalato alcuni tra i dischi migliori degli ultimi anni.

Dall’omonimo di Arca a No Shape di Perfume Genius, passando per Forest Swords con il suo Compassion e Hot Thoughts degli Spoon, e così via.

La bella notizia è che, come molti di voi sapranno, la seconda parte dell’anno si appresta ad essere altrettanto ricca di uscite discografiche.

Di seguito vi elenchiamo quelle che secondo noi non dovreste perdervi assolutamente.

Broken Social Scene: Hug Of Thunder (7 luglio, Arts&Crafts)

A 7 anni di distanza da Forgiveness Rock Record, il collettivo di Toronto torna con un suono se è possibile ancora più sognante, come dimostrano i primi estratti Halfway Home, Hug Of Thunder, Skyline e Stay Happy. Prodotto da Joe Chiccarelli e mixato da Shawn Everett, oltre al contributo di tutti i 15 membri originali, vede anche la partecipazione della nuova vocalist Ariel Engle.

Haim: Something To Tell You (7 luglio, Polydor)

Dopo il successo di critica e pubblico dell’album di debutto Days Are Gone, il gruppo californiano è chiamato a confermare quanto di buono ha fatto con questo nuovo album, prodotto ancora una volta da  Ariel Rechtshaid. Anticipato dai singoli Want You Back, Right Now e Little Of Your Love.

Mura Masa: Mura Masa (14 luglio, Polydor)

Il ventunenne produttore britannico originario di Guernsey, arriva alla pubblicazione dell’omonimo album di debutto dopo un EP e diversi ottimi singoli. Tra le collaborazioni, spiccano quelle di Damon Albarn, A$AP Rocky, Charli XCX, Desiigner e Jamie Lidell.

Lana Del Rey: Lust For Life (21 luglio, Polydor)

Ad appena due anni dal precedente Honeymoon, Elizabeth Woolridge Grant è di nuovo pronta a portarci indietro nel tempo con il suo quinto album, che a giudicare dai primi due singoli promette di viaggiare sulle solite sonorità vintage a lei tanto care. Al primo estratto Love, ha fatto seguito la collaborazione con The Weeknd (da cui prende il nome l’album):

Arcade Fire: Everything Now (28 luglio, Columbia)

Inutile dire che il quinto album del gruppo canadese è tra le uscite più attese dell’anno. Registrato tra New Orleans, Parigi e Montrèal, alla produzione hanno contribuito Thomas Bangalter dei Daft Punk, Steve Mackey (bassista dei Pulp) e Markus Dravs ed è composto da 13 tracce. Con il primo singolo, Everything Now, è evidente che dopo Reflektor vogliono continuare a farci ballare e, a giudicare dal successivo Creature Comfort, confonderci allo stesso tempo.

Everything Everything: A Fever Dream (18 agosto, RCA)

Il gruppo di Manchester alla quarta prova in studio continua a suonare come nessun altro in circolazione, ridefinendo il synth-pop secondo canoni e parametri che nessun altra band al momento è in grado di concepire. Can’t Do è solo l’inizio, non osiamo immaginare che viaggio stupendo sarà questo nuovo album.

Grizzly Bear: Painted Ruins (18 agosto, RCA)

Con appena 5 album in 13 anni, si può tranquillamente affermare che al gruppo di Brooklyn piace fare le cose con calma. L’ultimo lavoro in studio, Shields, risale al lontano 2012, ma tanta attesa è stata ripagata fin dal primo singolo Three Rings, che ha dimostrato quanto non facciano altro che migliorare oltre ogni possibile aspettativa e se Mourning Sound è un altro indizio la successiva Four Cypresses è la conferma che ci troviamo di fronte ad un’opera di una bellezza infinita.

The War On Drugs: A Deeper Understanding (25 agosto, Atlantic)

Il debutto su major per la band originaria della Pennsylvania è stato anticipato dal singolo Thinking Of A Place, pubblicato ad aprile in occasione del Record Store Day. Descritto dal suo autore come un disco di gruppo nel senso più nobile del termine”, è stato pensato, scritto e registrato tra New York e Los Angeles con il contributo di Shawn Everett.

Iron & Wine: Beast Epic (25 agosto, Sub Pop)

Il sesto album vede il ritorno del gruppo di Sam Beam alla Sub Pop a 10 anni di distanza da The Shepherd’s Dog, dopo tanto girovagare è finalmente tornato a casa. Se Call It Dreaming è un’indicazione, si torna alle origini anche da un punto di vista stilistico, per la gioia dei fan del sound più rurale e meno sperimentale.

Queens Of The Stone Age: Villains (25 agosto, Matador)

Archiviato il periodo oscuro di …Like Clockwork, la band di Josh Homme torna con l’intenzione di fare muovere il culo al mondo intero e, a giudicare dalla scelta di Mark Ronson come produttore e dal sound swing’n’roll del primo singolo, sembrano esserci tutti gli ingredienti per un ritorno sulla scena in grande stile. Ma il settimo album non mancherà di avere anche il suono sinistro che da sempre li contraddistingue, e come ogni volta l’attesa non potrebbe essere più trepidante.

Lcd Soundsystem: American Dream (1 settembre, DFA/Columbia)

Il concerto di quasi 4 ore tenuto nell’aprile del 2011 al Madison Square Garden sarebbe dovuto essere, almeno nella testa di James Murphy, la fine in grande stile della sua creatura: “If it’s a funeral, let’s have the best funeral ever!” Negli anni a seguire le ha provate di tutte, dal produrre caffè al cercare di riconfigurare il suono delle metropolitane di New York, fino a tornare alla sua più grande passione producendo l’ultimo album degli Arcade Fire nel 2013.  Ma deve essere stata la reunion dell’anno scorso al Coachella Festival ad aver fatto tornare la voglia a James e soci di tornare in studio, così ci troviamo nell’anno di nostro Signore 2017 ad avere un nuovo album degli Lcd Soundsystem tra le mani. Non male per uno che aveva celebrato il suo funerale artistico 6 anni fa.

Mogwai: Every Country’s Sun (1 settembre, Rock Action Records)

Prodotto da David Fridmann, il nono album del quartetto scozzese esce dopo anni in cui sono stati impegnati per lo più nella realizzazione di diverse colonne sonore, anticipato dal singolo Coolverine.

Nosaj Thing: Parallels (8 settembre, Innovative Leisure)

Nato in seguito alla perdita di 3 anni di materiale registrato, Jason Chung si trova a sperimentare nuovi suoni e ad intraprendere nuove direzioni fin dal primo singolo All Points Back To U. Al suo interno troveremo brani che spaziano dall’ambient a sonorità hip hop e dance, in un insieme di generi e stili mai affrontati prima dal trentaduenne di origini koreane.

Odesza: A Moment Apart (8 settembre, Counter)

In un’epoca nella quale sembra non esserci più troppo spazio per la chillwave, spiccano le collaborazioni con Regina Spektor e RY X che dovrebbero conferire maggiore dignità a questo nuovo progetto, dal quale il duo di Seattle si aspetta moltissimo.

The National: Sleep Well Beast (8 settembre, 4AD)

Registrato tra Berlino, New York, Parigi e Los Angeles, il settimo album era stato descritto inizialmente come elettronico, facendo preoccupare non poco gli amanti della prima ora della band, che siamo certi si saranno tranquillizzati una volta ascoltato il singolo The System Only Dreams in Total Darkness e, più recentemente, diversi altri estratti eseguiti live per la prima volta al Centquatre di Parigi. Nonostante le sperimentazioni (Sleep Well Beast) ci sono brani che riportano l’ascoltatore a casa, dentro i quali si sente chiaramente il classico sound che ci ha fatto innamorare di loro (Nobody Else Will Be There, Carin At The Liquor Store). Indubbiamente un altro tra i dischi più attesi dell’anno, e dopo quanto abbiamo sentito come potrebbe non esserlo?

Ariel Pink – Dedicated To Bobby Jameson (15 settembre, Mexican Summer)

Bobby Jameson, cantante e compositore americano, dopo essere sparìto per 35 anni, nel 2007 torna a farsi vivo  per scrivere la sua autobiografia e raccontare le tragedie della sua vita in una serie di video su youtube e racconti sul suo blog, per morire poi nel 2015. Attratto dalla sua storia, Ariel Marcus Rosenberg decide di dedicargli il suo nuovo album (“His book and life resonated with me to such a degree, that I felt a need to dedicate my latest record to him.”) Tra gli highlight, Feels Like Heaven, Another Weekend, Dedicated To Bobby Jameson e Time To Live.

Benjamin Clementine: I Tell A Fly (15 settembre, Behind/Virgin EMI)

A due anni di distanza dal debutto At Least For Now (che gli è valso un Mercury Prize) quest’anno torna anche il ventottenne di Crystal Palace (Londra). Se il buongiorno si vede dal mattino, il primo singolo Phantom Of Aleppoville e il recente God Save The Jungle lasciano presagire che anche questa seconda prova di Clementine  passerà tutt’altro che inosservata.

Foo Fighters: Concrete And Gold (15 settembre, Rosewell Records/RCA)

A tre anni dall’album itinerante” Sonic Highways, Grohl è tornato con le idee chiare riguardo la direzione e il suono del loro nono album in studio:“I wanted it to be the biggest sounding Foo Fighters record ever. To make a gigantic rock record but with [producer] Greg Kurstin‘s sense of melody and arrangement… Motorhead’s version of Sgt. Pepper… or something like that. So I think maybe Greg is the guy that we ask to be our producer, because he’s never made a heavy rock record before and we’ve never worked with a pop producer”. Kurstin, già produttore, tra gli altri, di Adele, Sia e Pink, ha registrato l’album assieme alla band agli EastWest Studios di Hollywood.

The Horrors: V (22 settembre, Wolftone/Caroline International)

Arrivati al quinto album, il gruppo originario dell’Essex cambia nuovamente le carte in tavola rispetto al precedente Luminous, con il produttore Paul Epworth (Adele, Lorde, Bloc Party, tra i tanti) in cabina di regia. Il singolo Machine, che suona come un mix tra Nine Inch Nails e Depeche Mode malati, ci riconsegna una band in splendida forma.

Liam Gallagher: As You Were (6 ottobre, Warner)

A 45 anni, il fratello minore di Noel si appresta a fare il suo debutto solista, 9 anni dopo l’ultimo album con gli Oasis (Dig Out Your Soul). La curiosità su quanto possa reggere da solo nella lunga distanza di un disco è tanta, ma dovrebbe bastare il primo estratto Wall Of Glass a tranquillizzare anche i più timorosi e scettici, Liam è tornato con la stessa sfacciataggine e tracotanza di sempre.

MGMT: Little Dark Age (TBA)

Si sa poco o niente del nuovo album, hanno recentemente postato un teaser del making of dal quale però è difficile farsi un’idea su come possa essere

The Killers – TBA

Dopo vari progetti solisti, il gruppo di Las Vegas torna a 5 anni di distanza da Battle Born, con una spavalderia atta a rivendicare la propria posizione dominante all’interno della scena di Sin City, non ci resta che aspettare di sentire il resto dell’album per capire invece che ruolo possono avere nell’attuale panorama musicale.