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“Nei dischi, si tende a eliminare qualsiasi elemento offensivo per far sì che abbia il maggior appeal possibile sul pubblico. Anche se qualche volta funziona, penso che nel lungo periodo quel disco non sarà memorabile. Magari suona un po’ pretenzioso, ma cerco di fare album che tra trent’anni suonino ancora bene e non sembrino stupidi”

John Congleton

John Congleton chi? – direte voi.

Eppure, sono certa che abbiate ascoltato almeno una volta Explosions In The Sky, St. Vincent, Angel Olsen, Wild Beasts, The War On Drugs, Cloud Nothings, Unknown Mortal Orchestra e potrei continuare così ancora per molto, ma per non annoiarvi vi rimando più semplicemente a Wikipedia.

Sono vent’anni che questo trentanovenne lavora ai cd che amate, che li produce, ne cura il suono, li mixa, li lima, li ama. Tutto, ovviamente, stando behind-the-board. E allora rendiamogli omaggio, a questo Steve Albini di noi millennials.

Ecco 5 dischi che senza di lui non sarebbero stati gli stessi (e forse non avrebbero vinto un Grammy), accompagnati da qualche confessione.

St. VincentSt. Vincent

“Siamo come fratello e sorella. Ho due sorelle maggiori quindi conosco bene quelle dinamiche e noi siamo esattamente così. Possiamo dirci tutto in modo molto diretto. Lei sa quando sto pensando a qualcosa e io so quando lo sta facendo lei. Siamo sempre stati molto bravi a valutarci a vicenda.
In studio, la maggior parte delle volte si discuteva di come, oggi, si possa essere strani.
É difficile in un mondo post-Lady Gaga e post-Marilyn Manson. Insomma, che cosa si può fare oggi che non sia “hyper-sexualized”? Spesso prendevamo inspirazione da PJ Harvey, Prince e Holy Mountain”
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Angel OlsenBurn Your Fire For No Witness

“Mi mandano un sacco di musica e provo davvero ad ascoltare tutto ciò che ricevo. Con Angel Olsen, mi hanno mandato ‘Acrobat’ (prima traccia di Half Way Home del 2012), ho cliccato play, l’ho sentita cantare forse per qualche secondo, ho stoppato, mandato una mail alla Jagjaguwar con scritto “Sì, lo faccio“. Era una voce speciale ed è andata così. Una cosa viscerale, direi. Ho capito solo che dovevo farlo. Ci sono tutti questi filtri, queste insicurezze e costruzioni sociali che ti fanno credere che qualcosa non sia speciale quando in realtà tutto ciò che devi fare è ascoltare dentro di te e mandare a fanculo gli altri e quello che pensano.
Angel non voleva una produzione “curata”, quindi ho comprato microfoni che costassero meno di 150 dollari. Tutti vogliono suonare “bene”, lei non voleva”.

Cloud NothingsHere And Nowhere Else

“Se ascolti il disco, ci sono momenti in cui c’è un fottuto caos, il ritmo è quasi incomprensibile e la chitarra così noisy che non si riesce nemmeno a capire che note stia suonando. Ma è quello che la band voleva, quello che noi volevamo fare. Volevamo catturare quella sensazione speciale che si ha solo nel live. Solo caos e momenti quasi non-musicali. La batteria di Jayson Gerycz… è proprio fuori di testa. Io non ho fatto niente di speciale, solo non gli ho detto di darsi una calmata. La maggior parte dei produttori l’avrebbe fatto, ma io no. Se senti tutto il disco, anche se forse individualmente sembra un casino, insieme suona tutto benissimo e fottutamente punk rock.

Strand Of OaksHeal

“[Showalter] mi ha consegnato le tracce e mi ha detto ‘Amico, fai quel cazzo che vuoi’. Mi ha dato carta bianca. Di solito quando mi si dice questo io lo faccio e le reazioni sono sempre ‘Whoa, whoa, whoa, whoa!’ Lui invece mi ha detto, ‘Oh cazzo, vai avanti. Rendilo più ridicolo, più assurdo’. Alcune cose di cui canta Showalter non sono proprio…’cool‘, come si dice. Lui canta di vita vera, di dolore.  Se fossero una band hipster non canterebbero cose del genere, li renderebbe troppo vulnerabili. In questo senso, Showalter è completamente anti-hipster“.

SwansTo Be Kind

“Sul piano tecnico, è stato un fottuto incubo, un fottutissimo incubo. Avere qualcuno che canta letteralmente a due passi dalla batteria. E, se avete mai visto gli Swans, sapete quanto sono potenti. Bene, immaginateveli ancora più potenti. Tecnicamente, è stato un disastro totale, ma non si può dire niente sul risultato. Sapevo che la cosa peggiore sarebbe stata fare un disco che, magari, non fosse così hi-fi come volevamo, ma eravamo certi che avrebbe comunicato qualcosa di molto più importante”.

In fondo questi sono solo 5 album, ma John Congleton è veramente l’uomo dietro a tutti i vostri dischi preferiti degli ultimi dieci anni.

Un piccolo ‘grazie‘ se lo merita, no?