Il gatto. Quattro zampe, otto baffi, diciotto unghie retrattili (senza onicofagia), una coda, due occhi, peli (quanto basta) e due orecchie orientabili, grandi il giusto. Istinto predatorio da provolone ruffiano, irriconoscenza che confligge in toto con il quieto vivere e falsa calma condita con falso controllo. Ma la musica?
Alcuni ricercatori dell’Università del Wisconsin hanno composto musica progettata specificamente per i gatti. Il processo coinvolge gli stessi aspetti della comunicazione naturale del gatto, quindi fusa e miagolii. Nella partitura, inoltre, sono state inserite una grande quantità di note di passaggio e un ritmo che segue all’incirca quello delle loro fusa.
Per testare la validità del progetto, gli studiosi hanno fatta ascoltare a 47 gatti domestici la musica prodotta. Il risultato è più o meno questo, ovvero, aver trovato un qualcosa per stare insieme al proprio gatto per un paio di minuti, in tranquillità, ragionevolezza e poco egocentrismo. E ai gatti piace.