Il Cocoricò cambia pelle, ma non la voglia di sperimentare. Nelle sale che hanno fatto la storia del clubbing italiano ed internazionale, all’ombra della Piramide, nascerà MUDI: il primo museo Discocratico d’Italia.

L’idea della nuova proprietà (Enrico Galli e Antonella Bonicalzi), nasce dall’esigenza di reinventarsi dopo la pandemia, ma anche dalla voglia di osare e di rompere alcune barriere del mondo della notte che ne hanno limitato le prospettive di sviluppo al passo con i tempi.

Da un lato, infatti, il club è chiuso dal 2019 e come molti altri tempi della musica, difficilmente potrà riaprire secondo i vecchi schemi pre-Covid. Dall’altra ci si è resi conto, guardando le vecchie foto di archivio, di come in realtà negli anni ’90 ci fosse molta più libertà in quegli anni, piuttosto che oggi. E così, insieme ai proprietari ecco l’imprenditore del cinema e della pubblicità Mike Pagliarulo del collettivo Unfollow Advertising che curerà tutta la parte artistica del progetto e che cercherà di far convivere stabilmente arte e djing, come dichiarato nell’intervista su Artribune.

Il MUDI sarà infatti parte integrante del Cocoricò e proporrà mostre e performance in parallelo alle serate. In calendario ci saranno esibizioni e incontri speciali, sia dal vivo, ma anche in formato digitale attraverso le nuove esperienze nel mondo della NFT art e dell’arte 3D, così che le iniziative che ospiterà siano fruibili – anche col VR – da remoto e in maniera più immediata rispetto alla riapertura fisica del locale. Gli spazi saranno misti, dedicati agli archivi storici ma sempre in comunicazione con la sala da ballo, dove giovani artisti realizzeranno video art, sculture, pittura, fotografia e tutto quello che ruota intorno alle arti visive. E siccome al Cocoricò lo spazio non manca, ci sarà un continuo stravolgimento di spazi e rielaborazione di luoghi a seconda dei progetti che troveranno vita dentro il locale.

Ma il Cocco – come piace chiamarlo agli affezionati delle serate romagnole – ha bisogno prima di tutto di riaprire, anche attraverso una seria opera di ammodernamento e di restyling che sia in linea con le tendenze europee e con le esigenze del mercato, nell’ottica di un avvicinamento a tutte le generazioni e non solo a quelle di una volta. La nuova vita del club deve passare anche per i giovani che potrebbero dare un nuovo significato alle serate.

Per fare ciò è stata lanciata una campagna di crowdfunding con la quale contribuire alla rinascita del club ed assicurarsi gadget, magliettine, vinili e anche l’ingresso gratuito per sempre. Parallelamente, è già stato avviato un dialogo con la Regione Emilia Romagna perché – chiaramente – il riconoscimento deve passare per le vie istituzionale.