Nonostante un’edizione di tutto rispetto, il Sziget Festival del 2017 si chiudeva con Tamás Kádár – CEO della direzione artistica del Sziget che guiderà la manifestazione per i prossimi 25 anni – che annunciava importanti cambiamenti:

La 25° edizione del festival è stata un punto di svolta nella vita del Sziget: un’era si è conclusa, nella quale abbiamo costruito un festival multiculturale unico e popolare, differente dagli altri festival per la sua straordinaria atmosfera, per la diversità culturale, per un programma variegato, alti livelli di servizi e scenari spettacolari. Oggi il Sziget è considerato un grande leader per gli altri festival e proprio per questo dobbiamo cambiare, per non essere solo uno tra i tanti.

La parola data è stata mantenuta: il budget è stato notevolmente incrementato, sono stati migliorati i già ottimi servizi, è cresciuta la qualità degli artisti ingaggiati, ma rimanendo comunque e orgogliosamente un festival generalista. Grazie al cambio di marcia, il Sziget Festival 2018 – unico concorrente europeo del Glastonbury – ha celebrato il suo 26º anno di attività con oltre 1.000 spettacoli distribuiti su 7 giorni e oltre 60 palchi.  L’edizione appena conclusasi ha stracciato il record di presenze del 2016: più di 565.000 persone hanno attraversato il K-híd – il vecchio ponte ferroviario che collega l’isola di Óbudai alla città – nell’arco dell’intera settimana, facendo del Sziget il 5º festival più grande al mondo.

Sziget però non è solo uno gigantesco party a cielo aperto, il festival è da sempre impegnato nel e per il sociale facendo da contraltare alle reazionarie politiche del governo guidato da Viktor Orbán. La comunità del Sziget è stata fondata 26 anni fa con l’intento di dar vita ad una temporanea “dream nation” che celebra e condivide il meglio proveniente dalle culture di tutto il mondo. Inoltre quest’anno gli organizzatori della manifestazione hanno voluto celebrare i 100 anni dalla nascita di Nelson Mandela, simbolo di lotta per la libertà e contro l’Apartheid. La tolleranza, l’accoglienza, il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente sono stati i temi cardine dell’evento.

Come ogni anno Óbuda, l’isola nel bel mezzo del Danubioè stata il palcoscenico naturale del festival che si è aperto con l’ormai rituale processione di szitizen pronti a picchettare le tende in ogni dove. I cancelli della 26ª edizione del Sziget si sono aperti mercoledì 8 agosto; di solito l’headlining della giornata inaugurale viene affidato ad una pop-star internazionale, quest’anno invece, grazie al cambio di rotta preannunciato dall’organizzazione, si è partiti a gonfie e vele grazie alla tripletta senza sosta che ha portato in scena il poderoso Stormzy, il seducente e malinconico elettro/dream-pop di Lykke Li e sua maestà Kendrick Lamar da Compton.

Sziget però non è un festival come gli altri, e parlarne solo in termini di numeri e concerti è riduttivo. L’inconsueta durata del festival (7 giorni, rispetto ai canonici 3 della maggior parte degli altri grandi festival mondiali), ma sopratutto il clima unico e irripetibile che si respira sull’Island of freedom fanno sì che non appena varcata la soglia d’ingresso si entri in un mondo a parte che ti fa suo senza avere il tempo di rendertene conto. Il Sziget è un’esperienza da provare almeno una volta nella vita, in cui il pubblico è il vero protagonista, nonostante la miriade di concerti e spettacoli per tutti i gusti che 24 ore su 24 animano l’isola.

Sebbene la prima giornata sia stata memorabile – soprattutto per noi italiani che chissà se e quando riusciremo a rivedere Lamar in patria – il concerto migliore di questa edizione del Sziget c’è stato il giorno dopo. Terminati gli show di Oscar and the Wolf, Unknow Mortal Orchestra e Bonobo, il Main Stage ha iniziato ad affollarsi più del giorno precedente in vista del concerto dei Gorillaz. Damon Albarn, più lucido e in forma che mai, ha esordito con un “So solo che questo è l’esempio perfetto di come dovrebbe essere un festival europeo” per poi ripetere più volte indicando le bandiere che si levavano dal pubblico “Questa è l’Europa!”. Lo spettacolo dei Gorillaz è stato arricchito da Bootie BrownDe La SoulJamie PrinciplePeven Everett che si sono alternati sul palco insieme ad Albarn & co. Oltre ad aver dato vita ad un concerto tecnicamente impeccabile – cosa sempre più rara di questi tempi – i Gorillaz hanno coinvolto e si sono fatti coinvolgere dall’euforia della folla in visibilio.

I nomi fin’ora citati basterebbero per rendere l’idea della maestosità di questa edizione del festival, ma chi è stato al Sziget sa bene che i primi giorni, nonostante si parta sempre forte,  sono solo di rodaggio. Nelle giornate seguenti abbiamo avuto il privilegio di poter prender parte ai concerti di Shame, The Kooks, Lana Del Rey, Pertubator, Everything Everything, Aurora, Sofi Tukker, Bastille e Mumford & Sons di fila, Kaleo, Rhye, King Gizzard & The Lizard Wizard, Desiigner, Petit Biscuit, Liam Gallagher, Dua Lipa, La Femme, Nick Murphy aka Chet Faker . Ma il Sziget è anche una ottima vetrina per i nostri talenti, e come ogni anno l’Italia è stata rappresentata da un bel po’ di artisti: Motta, Willie Peyote, Siberia, Joan Thiele, Gomma, LIM e tanti altri. La maggior parte di questi si sono esibiti al LightStage, palco che sorge nell’area dell’Alternativa Camping, ossia il campeggio italiano che grazie ai numerosi servizi offerti e all’ottima cucina ogni anno viene scelto da centinai di nostri connazionali e non.

Nonostante la nostra predilezione per alcune aree e palchi dei 5 Km² dell’isola, il Sziget è un festival che eccelle e che può regalarti esperienze uniche in ogni dove. Anche il più piccolo stage è allestito e curato come se a esibirsi dovesse essere un headliner, e oltre ai concerti girovagando per l’isola troverete spettacoli, installazioni, attrazioni e servizi di ogni genere e per tutte le tasche. E la folla oceanica che quest’anno ha invaso l’isola non ne ha compromesso l’efficienza: non una coda, non un disservizio, nessun incidente. Il pubblico è sempre al centro e il centro dell’esperienza che solo il Sziget può regalare, e nonostante la personalissima scaletta di concerti e spettacoli che ogni partecipante al festival imbastisce prima della partenza, una volta attraversato il K-híd più che per il concertone di giornata sarete impazienti di tuffarvi in quella colorata e festante marea umana che è la vera anima del festival ungherese. Island of freedom non è solo marketing, non è solo uno slogan, e poco importa se la dream nation è fittizia perché l’esperienza è talmente avvincente ed emozionante che ve la portertere dentro almeno fin quando non ritornerete sull’isola.

La settimana da Szitizen, malgrado la polvere, il caldo tropicale, la pioggia, le rare ore di sonno, volge al termine sempre troppo presto. L’esperienza è talmente coinvolgente che si perde il senso del tempo. L’ultimo giorno di Sziget 2018 è stato segnato da un temporale che ha iniziato ad imperversare sul palco principale subito dopo il concerto dei Gogol Bordello, non appena i Blossoms hanno imbracciato gli strumenti. Ma la tempesta non ha scoraggiato le circa 80.000 persone che per più di 6 ore, zuppe dalla testa ai piedi, si sono assiepate nel più grande slargo dell’isola in vista dei concerti conclusivi. Subito dopo lo spassoso show della band di Stockport, il Dan Panaitescu Main Stage (palco intitolato allo storico booking manager del festival, morto nel 2016 in un incidente stradale) è stato invaso dalle chitarre di The War On Drugs che sin dai primi accordi, manco fossero delle sirene, hanno rapito tutti. Un epico Adam Granduciel dai lunghi capelli scossi dalla tempesta senza strafare è riuscito a sedurre un pubblico visibilmente provato dalla condizioni atmosferiche con la semplicità e la sensibilità che è solo dei più grandi. Magia.

Passata la bufera e calata la notte su Budapest, è stata volta degli Arctic Monkeys a cui è stato affidato lo show finale della 26ª edizione del Sziget Festival. Alex Turner e soci forse non sono la band più adatta al pubblico del festival ungherese: il gruppo di Sheffield è salito sul palco accompagnato dalla tipica spocchia inglese, e Turner, di ritorno dagli anni 70, ha badato più a fare il divo che a interagire con i presenti che nei giorni precedenti erano stati viziati da Damon AlbarnLana Del ReyBastilleMumford & Sons e sopratutto . Malgrado il divismo degli ultimi Arctic Monkeys, l’organizzazione c’ha visto lungo e la band non ha tradito le aspettative facendo esplodere il parterre in men che non si dica. Gli AM però, come è giusto che sia, non sono più la band che abbiamo imparato ad amare da  adolescenti, Turner & Co. hanno ormai raggiunto un livello di maturità e consapevolezza impressionante che ne fa una delle più grandi band in circolazione. L’algido ma al contempo carismatico Alex Turner è il motore, a tratti immobile e irraggiungibile, da cui tutta la band trae vigore. Dopo 21 tiratissimi brani, è calato il sipario sul Sziget Festival e gli Arctic Monkeys hanno lasciato il palco avvolti da un’aura mistica.

Nella conferenza stampa di chiusura, Tamás Kádár ha dichiarato:

Sziget è un festival unico al mondo. 565.000 persone provenienti da ogni dove si sono unite a noi, proprio qui nel cuore di Budapest. Abbiamo dato vita ad una celebrazione internazionale delle arti, con artisti provenienti da oltre 63 Paesi diversi e più di 1000 spettacoli in sette giorni. Il DNA del festival, l’apertura, l’amore e il rispetto, lo si ritrova ovunque, sia durante gli spettacoli che fra i Szitizen, e per tal ragione continueremo a battere il sentiero ormai intrapreso della “Love revolution”. 

Il Sziget Festival è la più grande e una delle più riuscite manifestazioni artistico-culturali che l’Europa possa vantare. La nostra seconda esperienza sull’isola non solo ha riconfermato l’idea che c’eravamo fatti lo scorso anno – cosa non da poco – ma l’ha addirittura migliorata. Al Sziget si prende parte anche solo per il piacere di stare insieme in tenda o rincontrare i compagni di avventura della passata edizione, il clima dell’isola è  così trascinante da far passare in secondo piano una line-up grandiosa ed il merito è dell’organizzazione che ogni anno riesce a ripetere la magia.

Al prossimo anno Sziget Festival.

Foto: Rockstar Photographers