20151213024840

Quando sai che assisterai ad un concerto di Peter Hook, sai che rivivrai tantissimi anni di storia in pochissimo tempo: la storia dei Joy Division e dei New Order. Il tutto si svolge all’interno di uno dei locali più famosi di Brescia – la Latteria Molloy. Per averci messo piede per la prima volta, le impressioni sono state davvero positive. L’ambiente è intimo ed accogliente, ci si sente a casa e un po’ bambini rispetto all’età media della serata – che varia tra i 35 e i 45 anni, con eccezioni ovviamente.

Durante l’impaziente attesa in transenna, noto con facilità la breve scaletta del primo set – quello dei New Order. Alle 22:30 Hook e compagni fanno il loro ingresso sul palco della latteria e ci fanno ballare sulle note di Age of ConsentTemptation Ceremony, tanto per citarne alcune. Qualcuno dalle ultime file urla “Blue Monday!”, ma purtroppo non verrà accontentato.

20151213024759

Questo live si preannuncia davvero lungo, ma non per questo noioso. Si lasciano ora da parte i suoni elettronici per far spazio all’introspezione e decadenza che pervadono i testi e le canzoni dei Joy Division. Dietro la strumentazione possono prendere di nuovo vita i teli raffiguranti le copertine di Unknown Pleasures Closer. L’atmosfera ora si fa più tetra e penetrante, e molto probabilmente anche più sentita. Si parte con No Love Lost per poi passare in rassegna alcune delle tracce contenute in Closer. Peter Hook avrà pure una certa età e delle occhiaie prepotenti, ma l’energia con cui maneggia quel basso è davvero incredibile. È un crescendo di emozioni, soprattutto da Disorder in poi. La vera anima dell’immortalità dei Joy Division è rappresentata proprio da Unknown Pleasures e la geometria delle melodie dei pezzi del disco viene spezzata dal vivo, coinvolgendo totalmente i fan e toccandoli nel profondo. Nonostante il sudore e la perdita progressiva di energia psicofisica, Hook adotta la strategia di suonare She’s Lost Control a metà del set prima dell’encore, con l’obiettivo di far recuperare magicamente le forze per potersi scatenare sulla tripletta composta da Shadowplay, Wilderness Interzone, dove il pogo si fa più intenso che mai. La band conclude momentaneamente il concerto, prima di trionfare nuovamente e chiudere definitivamente con Love Will Tear Us Apart: si canta a squarciagola, si piange, ci si prende per mano e ci si sente davvero parte di un’unica, grandissima famiglia.

Peter Hook si toglie la t-shirt giallo canarino e la lancia verso di noi, provocando guerra tra i contendenti. Accade lo stesso per le scalette, una conquistata piuttosto facilmente dal sottoscritto, l’altra violentemente afferrata a discapito di un’amica accanto a me, la quale purtroppo si è beccata solamente un pugno in fronte. Nonostante questa nota sgradevole, si può tornare a casa arricchiti da un’esperienza totalizzante sotto tutti gli aspetti.

 

Le foto sono di Elisa Pedrali