Il primo album in studio del super-side project Minor Victories, l’eponimo Minor Victories, di cui vi avevamo già parlato bene qui, era già riuscito nell’arduo compito di accontentare tutti fondendo armoniosamente le influenze dei vari componenti del gruppo: lo shoegaze di Rachel Goswell (il cui nuovo album con gli Slowdive sarebbe pronto e probabilmente in uscita nel 2017), il post-rock di Stuart Braithwaite dei Mogwai (il cui ultimo album/colonna sonora Atomic era uscito poco prima) e i synth degli Editors più recenti (il cui ultimo In Dreams però non ci era piaciuto).

Le aspettative per il primo live peninsulare della band (prima di Milano solo un’apparizione all’Ypsigrock) erano quindi molto alte e, nonostante un live prevedibilmente breve, non sono state per niente deluse. Dopo un set ambient di Daemon Tapes in apertura, la parabola del live dei Minor Victories è stata ascendente, iniziata con i brani più sintetici e più ‘parlati’ (Give up the Ghost, A Hundred Ropes), per poi innalzare muri di suono sempre più spessi nella seconda metà del live, inaugurato da Breaking My Light e chiuso con i droni sul finire di Out to Sea.

Quest’ultima sicuramente la parte migliore e più intensa del live, pianificato in modo tale da renderlo un unico crescendo. Noi di Deer Waves eravamo indecisi sul pezzo preferito: Breaking My Light, Out To Sea? O forse Higher Hopes? Di certo era difficile fare un solo nome. E nonostante l’acustica non fosse delle migliori (soprattutto tra le prime file), il Santeria Social Club è riuscito a fare da cornice al concerto grazie all’ambiente intimo anche in uno spazio non piccolissimo. Intimo anche perché la band è scesa tra il pubblico a fine concerto e si è resa disponibile per una chiacchiera e qualche foto; carinissima Rachel che si è ricordata della nostra intervista agli Slowdive di un anno fa, simpaticissimo Stuart che ha scherzato sul suo forte accento scozzese (“lo pratico da quarant’anni”, m’ha detto ridendo – anche i post-rocker ridono!).

Con un solo album alle spalle la brevità del live era prevedibile, e non ci sono stati bis o cover, il che ci ha fatto pensare che forse sarebbe stato meglio un tour di co-headlining con un’altra band (nel Regno Unito, per esempio, la band aprirà per i Placebo). Però c’erano i gattini che sparavano raggi laser. E dell’ottima musica.

Foto: Claudia Viggiano