John-Carpenter

“Mamma, stasera vado al concerto di John Carpenter.”

“Perché, è anche musicista?”

Il quesito di mia madre è pertinente: l’evento verso il quale mi dirigo, in una sera rovente di fine estate romana, potrebbe lasciare interdetto chi non è al corrente del profilo professionale parallelo di uno dei mostri sacri della pellicola del terrore, membro onorario di quella vecchia guardia cinematografica, i cui film sono opere d’arte a 360 gradi, dall’aspetto visuale a quello uditivo.

John Carpenter ha 68 anni e diciotto lungometraggi all’attivo, oltre ad altrettante produzioni televisive e corti – in cui figura, anche, in qualità di interprete -, che coprono un arco temporale quarantennale; l’uomo che solcherà il palco della bellissima Sala Santa Cecilia, scrigno racchiuso all’interno dell’Auditorium Parco della Musica (progettato da Renzo Piano), è un simbolo generazionale e di genere, come dimostrerà l’elevatissima partecipazione di fans  del settore, impeccabilmente abbigliati con t-shirt raffiguranti le locandine dei suoi film, rigoroso codice d’abbigliamento d’una Domenica religiosa.

Carpenter regista è anche compositore, autore delle colonne sonore di alcune delle sue opere, avendo ereditato dal padre la passione per la musica, la fantascienza ed il western (ne sia esempio, uno fra tutti, 1997: Fuga da New York, il cui protagonista ed anti-eroe Snake Plissken fu ideato traendo ispirazione dal personaggio dell’Uomo Senza Nome, interpretato da Clint Eastwood nei capolavori diretti da Sergio Leone). È un uomo politicamente impegnato e sinceramente coinvolto, introducendo spunti critici di riflessione ed attaccando la decadenza della società occidentale in modo mai ridicolizzante (altro esempio e pietra miliare: Essi vivono, in opposizione alla manipolazione dell’informazione attraverso i mass media ed al capitalismo).

John Carpenter ha intrapreso il proprio tour europeo per presentare non soltanto le sopracitate musiche, ma anche i brani dei due album Lost Themes e Lost Themes II, composti da materiale inedito rispetto a quello cinematografico. Successi assoluti di pubblico ed esperti, e non unicamente per la fama del regista, i dischi di Carpenter esercitano il potere di catapultare l’ascoltatore in un vortice (Vortex, infatti, è il titolo del singolo estratto dal primo dei due lavori), in cui le tenebre rimbombano e, senza intimorire, affascinano.

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Il regista sul palco ha alle spalle una band di musicisti di bravura impressionante -fra cui spicca, al sintetizzatore, il figlio Cody Carpenter-, che non manca di presentare singolarmente ai presenti. Il concerto si rivela anche più intenso della performance cui ho avuto il piacere di assistere qualche mese fa al Primavera Sound di Barcellona, trasformatasi in un euforico tempio all’aperto del prog, un salto indietro negli anni Settanta. Sapiente l’uso dei visual sullo sfondo, alternanti frammenti delle pellicole (in coincidenza con il brano eseguito), e giochi di luce ipnotizzanti. Il Maestro anticipa i pezzi con qualche parola di presentazione, gioca col pubblico indicando le prime file, dal primo all’ultimo minuto di live tutti applaudono entusiasti anche nel corso dell’esecuzione: braccia alzate al cielo, innalzando il gesto del rock’n’roll, totale simbiosi dei fans con la leggenda che venerano.

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Il carisma di Carpenter non cala mai, sfoderando le colonne sonore di The Fog, Grosso Guaio a Chinatown, Halloween, Distretto 13 – Le Brigate della Morte. Prima dell’inizio di Essi Vivono, il regista ed il gruppo si fermano un attimo, sembrerebbe per riposare; al contrario, indossano occhiali da sole neri di richiamo alla pellicola, nel delirio acclamante della platea. Viene il momento de La Cosa, la cui colonna sonora è stata composta dal genio di Ennio Morricone: si assiste ad una pagina di storia in carne ed ossa.

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Un live di un’ora e mezzo che si conclude con una standing ovation dovuta e meritatissima; la band ed il suo leader si congedano inchinandosi, come cavalieri serventi delle genti che tifano per i propri eroi. Nessuno dovrebbe perdere un concerto di John Carpenter, per alcun motivo: è una delle cose migliori che possiate vivere nei vostri anni.