Minchia quanto ci siamo addivertiti.

Il Covo come il Mattatoio sono quei locali che inizi a frequentare assiduamente e te ne accorgi solo quando inizi a diventare povero, non perchè sia oneroso comprare il loro divertimento, ma perchè inizi a frequentarlo così spesso che una volta a settimana non basta mai.

Beh niente, potete immaginare la confidenza con i volti e di conseguenza l’atmosfera di una serata del genere in cui tutti conoscevano tutti e nelle prime tre file eravamo al 90% buoni amici.

Ma ok, non fatemi dilungare in stronzate. Questo deve aver pensato Nic salendo sul palco: non guarda in faccia nessuno, i Be Forest sono pronti in due minuti e parte il solito fighissimo, freddo, esaltante live del gruppo Pesarese. Credo sia difficilissimo immaginare la soddisfazione di una band emergente italiana (che in ogni caso ha fatto parlare enormemente di sè) nell’aprire il tour europeo a dei giganti del sottosuolo musicale. Sono arrivato alla conclusione, però, che se tutti i live sono stati come quello del Covo, in Europa, avranno fatto una figura incredibile. Non che io mi aspettassi qualcosa di diverso, del resto.

Come ogni live dei Be Forest lo show stava finendo come tale, Nic alla batteria, Erica alla chitarra e Costanza al basso e voce… Dopo però è successo qualcosa di incredibile, tipo scena da film di quelle pesantissime che ti rimangono in testa per un po’. I signori Japandroids al completo salgono sul palco e suonano, insieme ai Be Forest, la cover di I Quit Girls: canzone che è valsa per il trio pesarese come passepartout in Europa; e venerdì sera al Covo ha fatto star male (nel senso buono) non poco.

Una decina di minuti di cambio palco e BOOM. Ci stiamo già facendo malissimo.
Un concerto infinito, entrambi gli album Post Nothing e Celebration Rock suonati QUASI al completo: Younger Us, Rockers East Vancouver, The Night Of Wine And Roses, The Boys Are Leaving Town, Young Hearts Spark Fire… le han fatte tutte e nel frattempo il pogo ci stava uccidendo. Ho fatto crowd surfing ve lo giuro.
Un’interpretazione magistrale, fortissimi ed emozionanti, volumi abnormi (sto riprendendo l’uso dell’udito con tantissima calma), un vero rock show.
Concerto incredibilmente godibile se non fosse per una puttana che ha iniziato a menarmi a caso pensando fossi colpevole di qualcosa. Probabilmente non le andava bene il pogo o non lo so, il venerdì sera si trasforma in un mostro… Ma tra la frustrazione di non poterla menare per ovvi motivi (Sì PADOVADONNE, ANCHE NOI DI DEER WAVES ABBIAMO UN CUORE) e gli sguardi fissi delle prime due file su questa pazza, mi hanno fatto passare una decina di minuti veramente surreali.

Mi ha detto anche “prova a venire in Inghilterra e ti uccidiamo”. In inglese, perchè sì, era anche inglese. E niente, mi sa che quest’anno il Great Escape salta, ma chi se ne frega, io venerdì ho visto una delle band più fighe di sempre.

foto scattata da Massimo Rancati e recuperata sulla pagina fb dei Be Forest.