Martedì 10 Luglio, Padova

ore: 20.45   Capitolo 1: L’ESTENUANTE ATTESA

Arrivo ai piedi della foresta, parcheggio facile; sono un po’ stanco, il week-end milanese tra i bauscia ha lasciato i suoi segni. Mi siedo divorando sigarette; finalmente arrivano quegli stronzi dei miei amici con cui avevo appuntamento  venti minuti prima, tutto previsto, a noi piace così.  Finalmente si entra, niente accrediti o finta rilevanza oggi, Venticinque euro tondi tondi; non vuole essere finta retorica, la musica si paga come è giusto che sia. Siamo venuti per i Verdena, ennesima presenza, la sicurezza di vedere un live di qualità, ci arriveremo più avanti. Aspettando il travaso in plastica delle nostre poche ed economiche birre (ultimo barlume di socialDemocrazia che il colosso Sherwood ancora lascia intravedere) parte la questione “Flaming Lips”: –“Cosa dici? saranno fighi live?”, “I FLamin CHII??”, “Ma te li hai mai ascoltati?” “Bho, si una decina di pezzi, ma non mi hanno mai preso molto”, “Ho sentito dire che fanno SCREAMO-CORE!”; insomma tante cose a caso, ma per noi in quel momento le cose importanti erano due: avere le nostre bottiglie del latte busche (gentilmente offerte da SF) piene di schiumosa birra calda, e accaparrarci una buona posizione prima dell’inizio di Alberto e soci.

 

 

ore: 21.15   Capitolo 2 : VERDENA SUL PALCO

Dal 2011 con l’uscita di WOW il gruppo torna ad essere un quartetto; la poliedrica new-entry Omid Jazi convince, si muove bene il ragazzo, preciso e presente al punto giusto. Ci siamo, Alberto si siede al piano; parte “Sorriso in spiaggia”; un colpo al cuore. La batteria di Luca corre veloce, assistiamo ad una malinconica alba, “lei sorge”  tra orchestrali cori, un divenire continuo che esplode in un sorriso screpolato. Luca saluta il pubblico, il viso disteso, inaspettati intermezzi; non vedevo i Verdena così “positivi” sul palco da….non ricordo, forse non è mai accaduto. Parte “Scegli Me”, il pubblico sussulta; il pop ritrovato di WOW, l’emblema che si possono scrivere canzoni fruibili mantenendo uno spessore musicale elevato. “Il Caos Strisciante” ci investe, poderosi stacchi al limite del post-rock, come diceva Lars Von Trier: qui “il caos regna” (che sia un caso che proiettassero “Melancholia” quella stessa sera a Sherwood?!). Si continua veloci  “Badea Blues”, “Nuova Luce”, il pubblico si infiamma, volti al cielo, uno sfogo collettivo, la gente canta, canzoni che parlano di vissuti, impossibile non sentirsi toccati. “Muori Delay” ci fa saltare, mentre con “Tu e Me” torniamo all’introspezione più malinconica; si continua, lontani echi di Requiem nell’aria; la avida “Loniterp” divora la poca voce che ci è rimasta. Guardiamo in alto, sopra di noi le nubi di Isacco; “Isacco Nucleare” con la sua scomposta violenza chiude definitivamente il Live. Nessun Bis. Concerto finito. Il silenzio. Ci guardiamo negli occhi, “Hanno suonato poco!!!”, “Ragazzi sono il gruppo spalla, è giusto sia così”, amare considerazioni ci fanno vedere la giusta realtà delle cose. Un’ora di Live, una scaletta studiata al dettaglio, personalità da vendere;  i Verdena sono una realtà solida , tecnicamente ineccepibili, patologicamente perfezionisti; una/se non la migliore proposta italiana  da diversi anni a questa parte.

ore 22.00   Capitolo 3 : PAUSA GHIACCIOLO IN COLLINETTA

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ore 22.30   Capitolo 4 : LABBRA INFUOCATE

Arriviamo alla “questione” Flaming Lips; rinfrescati e stimolati dalla pausa ghiacciolo io ed i miei compari ci mettiamo a fantasticare  sull’imminente perfomance , “Bro i Verdena hanno detto che i Lips sono tra i loro gruppi preferiti, secondo me saranno toghissimi”, ed ancora “Sarà bellismo Psicochillarsi in questa torrida giornata di Luglio”. Premessa fondamentale: la mia conoscenza dei Flaming Lips prima del live era molto limitata (e continua ad esserlo); quindi quello che farò sarà riportavi le mie impressioni da miscredente, La mia Prima volta. Sono le 22.30, l’ora è giunta. Da distante vediamo una quantità non ben definita di sagome salire sul palco, ci avviciniamo, e come noi molta altra gente. Il sotto palco si fa caldo; sulla stage un nonpiùgiovane Wayne Coyne, leader della band di Oklahoma, si presenta con un fucile sparacoriandoli in mano; questo sarà l’inizio della fine. Il palco si trasforma in un circo del grottesco, parte “Race For The Prize”; bruchi danzati e rane giganti ondeggiano sopra di noi; c’è una festa completamente fuori di testa sul palco, e noi siamo stati invitati. Facciamo fatica a credere a quello che vediamo; sorpresi, quasi shockati ci lasciamo trascinare dai cori di “The Yeah Yeah Yeah Song”; dietro alla band un maxi schermo proietta a tempo di musica immagini psichedeliche, bocche sdentate, ragazze seminude che ballano e suonano a tempo con Kliph Scurlock e la sua batteria; una tempesta sensoriale da mandare in corto-circuito i neuroni di qualsiasi persona nata dopo i ’70! Ed ancora stelle filanti, coriandoli, palloncini giganti; un tripudio di colori fatti musica, uno spettacolo a cui non si può restare indifferenti (nel cuore il ricordo di We are from Barcelona). “Cosa può succedere ancora?” La fine di ogni brano fa aumentare l’attesa per quello che potrà accadere nella performance successiva. Tributo ai Pink Floyd con “Out of Run”, “CHE CAZZO SUCCEDE?!“, Wayne si fa infilare in una palla gigante che viene prontamente gonfiata e decide che è il momento di farsi una sana rotolata sopra il pubblico! “Ragazzi sto male, devo smetterla con i ghiaccioli!!!”. Questo è il culmine del live, da qui in poi tutto diventerà più “normale”, tralasciando ovviamente le Mani Giganti Spara Laser indossate dal FlamingFrontman durante il finale di “See the leale” (brano dedicato ai Verdena). Si continua con “Ego Trpping at the gates of hell” , ballata delicata dal sapore retrò. Il live (durato un buon 90 minuti) si conclude con “Do you realize??” , conferma definitiva che in fondo  Win Butler con i suoi Arcade Fire non ha inventato proprio niente. La sensazione di essere dei “Pischelli” sale forte in noi nel silenzio lasciato dai Flaming Lips; c’è tanto ancora da RIscoprire, cose che credevamo nuove e che sono invece già state dette da artisti di cui ignoravamo l’esistenza, o che stupidamente snobbavamo.

Grazie per la lezione di musica Amici Lips.

Vi voglio bene.