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I need more reverb on the mic. Yes please, more. Yes, a little bit more would be awesome.
E poi fumo che arriva da dietro gli strumenti, tanto fumo, una densa coltre che avvolge tutto e tutti. L’atmosfera all’Ohibò (MI) si gela immediatamente per quella che è non solo la prima attesissima data italiana dei Lust For Youth in questo 2014, ma uno dei nostri Deer Waves Party organizzato in collaborazione con Sherpa Live.

Appena il tempo per Hannes Norrvide di stappare una bottiglia di vino che subito Loke Rahbek attacca, senza musica: “Cosa vuoi da me? Dice il ragazzo all’altro” eccetera eccetera.
Tutti si aspettano la wave dreamy che accompagna le parole di Lungomare nell’ultimo, bellissimo, International.
E invece no, lo stacco ribalta tutti, parte International riadattata al live, più aggressiva: cassa dritta e basso potentissimo. Hannes balla – si fa per dire – per il palco, Loke si dimena dietro alle macchine, Malthe Fischer alla chitarra fa quel che deve fare.
I Lust For Youth sono carichi e lo si capisce subito.
Nemmeno il tempo di applaudire che subito parte Breaking Silence, Hannes sbiascica forse un po’ troppo (forse un po’ troppo vino nel pre-concerto), ma si ondeggia che è un piacere.
Ciò che segue è un’ora tiratissima di performance (Hannes si è poi fortunatamente ripreso dalla botta nel giro di qualche minuto) pressoché mai interrotta, giusto una volta per un “thank you” e un’altra per un “we are Lust For Youth” – come se non lo sapessimo.
I pezzi del nuovo lavoro vanno via che è un piacere, bassi pronunciati e piglio dance. Ma se su disco c’è molto più pop luminoso rispetto agli album del passato, in sede live le tracce di International vengono intaccate da quell’attitudine nordica e crepuscolare che è ormai marchio di fabbrica della band.
Si passa dalle atmosfere più ariose di Illume e Running alle strumentali Ultras e Basorexia, sino alla chitarra catchy del singolone New Boys.
C’è tempo anche per qualche tuffo nel passato e risultano graditissime Ecstacy, Always Changing e Chasing The Light, incalzanti, spesso inframezzate dalle parole di Lungomare (eh vabbè, “siamo in Italia” avranno pensato).
La chiusura è affidata ed Epoetin Alfa a cui il pubblico vorrebbe con insistenza un seguito, un encore (magari con Armida, anche con la voce registrata sarebbe bellissimo, ma le speranze per ovvie ragioni rasentano lo zero), ma così non è e ci dobbiamo accontentare: i Lust For Youth non tornano sul palco e il fumo inizia, lentamente, a diradarsi.

Hannes è la mente che sta dietro al progetto Lust For Youth e lo si capisce dalle sue movenze, dalla sua sicurezza, dalla sua inconfondibile voce. È sempre lui il punto di riferimento di quello che ormai è un gruppo a tutti gli effetti. L’apporto dei già citati Loke Rahbek (anche Vår e Croatian Amor, tra i tanti) alle macchine e Malthe Fischer alle sei corde si sono rivelati di vitale importanza sì in studio, ma anche per la resa dal vivo tanto dei nuovi quanto dei vecchi pezzi.
Un’ora di musica che ha convinto tutti i presenti.
Ormai lo si può dire: i Lust For Youth sono il punto di riferimento di tutta la scena goth-synth-cold(chiamatela come volete voi) wave nordica degli anni Dieci, arrivata a un punto di splendore che speriamo si mantenga sempre così alto.