Vince Staples, classe 1993, sta facendo parlare di sé già da un po’ di tempo (e non a caso noi di Deer Waves ve lo avevamo già segnalato tra gli HYPE da tenere d’occhio in questo 2015): spuntato inizialmente nei lavori targati Odd Future ha poi lavorato ad un mixtape insieme a Mac Miller; non contento è apparso come featuring nei dischi di, tra gli altri, Earl Sweatshirt, Dilated Peoples, Common e Ghostface Killah. Ciliegina sulla torta ha accompagnato Schoolboy Q nel tour di Oxymoron. Ora il giovane Vince gira con la sua cricca, che risponde al nome di Cutthroat Boyz, formata con gli amici Joey Fatts e Aston Matthews, e debutta su Def Jam con Summertime ’06, un doppio album della durata totale di un’ora che sta facendo impazzire tutta la critica.
Mica male per uno che ha iniziato a rappare una manciata di anni fa.
Ma come? direte voi, con un curriculum del genere? Facciamo un passo indietro.

Vince cresce a Long Beach, California, nella terra dei contrasti. Contrasti tra ricconi e vaste comunità afroamericane e latine, tra il sole diurno che arroventa le spiagge e l’oscurità che invade le strade di periferia, contrasti tra la polizia e il sottoproletariato urbano che in un modo o nell’altro cerca di farsi spazio in una vita che non gli sorride. La piaga delle gang non è solo in tv o nei pezzi hiphop, ma è la dura realtà che Vince deve affrontare quotidianamente, la dura realtà che lo ingloba prima ancora che lui se ne renda conto. È qui che quasi casualmente entra in gioco il rap, riportandolo a galla prima che sia troppo tardi. Proprio per questo background e per la vicinanza geografica risulta facile accostare Vince a Kendrick Lamar, e Summertime ’06 a good kid, m.A.A.d. city in quanto testamenti di vite ormai, fortunatamente, concluse, guardate senza patetismo né autocelebrazione, ma con una freddezza che denota maturità e grande consapevolezza. Ma attenzione ad esagerare con i paragoni perché Vince sa il fatto suo e lo dimostra con un disco tanto intimo e personale nei testi quanto originale nella musica.

Summertime ’06 rappresenta al meglio il lato oscuro della California (i field recording, l’atmosfera sinistra e quello sparo nelle intro delle due parti dell’album, Ramona Park Legend Pt.1 e Ramona Park Legend Pt.2, mettono subito bene in chiaro le cose), della Città degli Angeli, della vita di Vince Staples. Il ritmo dei pezzi è scandito da basi cupe e beat pulsanti, metropolitani, a tratti tribali; le frequenze alte sono quasi tutte tagliate, i bassi vibrano forte, le voci femminili dei featuring (Kilo Kish, Jhené Aiko, Snoh Aalegra, Desi Mo) fanno da contraltare e donano un minimo di luce sonora agli oscuri scenari. Ascoltato nell’insieme però Summertine ’06 suona vario, avvincente, dinamico, con un pezzo mai del tutto uguale al precedente né al successivo – e qui tutti gli onori vanno a No I.D. che ha giostrato magistralmente la produzione, ma da segnalare sono anche le comparsate di Clams CasinoDj Dahi Kidd.
Si passa senza soluzione di continuità dai bassoni di Lift Me Up al beat organico di Birds & Bees, dai clap di Loca al piano minimale e all’hook quasi dancehall di Señorita, sino alla ferraglia che sbatte e non lascia scampo in Lemme Know e Jump Off The Roof, due perle di rara bellezza. E poi ancora le chitarre malinconiche di Summertime (non lasciatevi ingannare dal titolo) e 3230 e per gli archi e il vocoder della “ballata” ariosa Might Be Wrong. L’oscurità raggiunge il punto più denso in Street Punks, mentre la gangsta attitude viene fuori tutta in Get Paid e C.N.B. A condurci verso la fine c’è lo stile più adagiato di Like It Is, nel cui beat primeggia un rumore tanto cacofonico quanto azzeccato, prima che la voce di Vince venga troncata con un fruscio sinistro, dopo soli quaranta secondi della conclusiva ’06: fine delle trasmissioni.

Come detto, però, prima dell’interruzione Vince ha avuto 60 minuti per dire e raccontare (con un impeccabile flow) tutto ciò che ha dentro: vita da gang, fughe dalla polizia, omicidi all’ordine del giorno, momenti bui, strada, criminalità, razzismo e discriminazione. Storie di ghetti distanti da molti di noi, e che forse non possiamo comprendere appieno, ma che stanno venendo sempre più a galla in questi ultimi anni grazie a movimenti di protesta, e grazie anche ad artisti che “sfruttano” la propria posizione per raccontare storie di vita vissuta, per smuovere qualcosa, per creare consapevolezza.

Come afferma lo stesso Staples:
“Love will tear us apart. Nov 30th, 2005 was the beginning of the loss. The following summer multiplied it. Beaten paths, crowded with the hopeless. Same song every day, listening to the words of a dead man destroyed by his own mind and body. Why? Because at the end of the day we’re all dead anyway. At least where I come from. Love tore us all apart. Love for self, love for separation, love for the little we all had, love for each other, where we came from. Jabari, Chris, Shard, Tom, Richy, Tyson, Tony, Shelly, Phil, Marcel, Brandon, Steve, Jaron, Tay. Too many to name, too much to forget. Some lost to prison, some lost to Forest Lawn, some turned snitch. Some still here but it will never be the same. Bandanas, Stealing Levis and Nike Sb’s. Derringers and Sidekicks. Its crazy how little you notice and how greatly those things impact. Summer of 2006, the beginning of the end of everything I thought I knew. Youth was stolen from my city that Summer and Im left alone to tell the story. This might not make sense but that’s because none of it does, we’re stuck. Love tore us all apart. Summertime ’06, June 30th”.

Quella scritta nero su bianco in Summertime ’06 è la storia di Vince Staples e ha come copertina un personale omaggio ai Joy Division, ma è stata sicuramente la storia di tanti altri e, quasi sicuramente, lo sarà per molte generazioni future. Summertime ’06 esiste proprio per questo, per evitare il ciclico ritorno di ciò che è sbagliato, per dare un barlume di speranza.
Sì perché Vince ce l’ha fatta, nella vita come nel rap. Summertime ’06 è di diritto sul podio degli album hiphop dell’anno, e il sentore è che starà lassù ancora per un bel po’.

Tracce consigliate: Jump Off The Roof (feat. Snoh Aalegra), Summertime, Lemme Know (feat. Jhené Aiko & DJ Dahi).