A leggere Islands in questo periodo dell’anno vengono in mente sole, mare e balearic. Le isole di questi “nuovi” Verily So sono però personificazione degli esseri umani, entità singole alla deriva costrette dalla corrente a incontrarsi e, sempre per voleri maggiori, a separarsi senza possibilità di appello. Il concept del lavoro è, a dire della band livornese, l’incomunicabilità che affligge tutti noi, isole vaganti sulla terra. E sembra paradossale una cosa del genere: i Nostri comunicano, infatti, una marea densa di sentimenti ben bilanciati tra testi e musica.
Se dei primi si può dire che raccontano storie di amori disfatti, di isolamento, di incomprensioni, di false speranze e illusioni, la seconda merita una bella digressione. L’ingresso di un nuovo membro alla batteria fa di sicuro la differenza e contribuisce alla svolta che porta il gruppo ad allontanarsi dai territori folk del passato, per andare ad abbracciare nuove derive più wave e shoegaze, abbandonandovisi con naturalezza. I suoni si fanno più crudi, saturi, distorti, ma non per questo l’aspetto melodico viene sacrificato. E anzi la voce si posa disinvolta su tappeti musicali a volte graffianti, a volte dolci. Tale convivenza contrastante ha come risultato otto tracce di pregevolissima fattura che spaziano da un’attitudine pop carica di mordente (To Behold e i feedback, Ode To The Night e il mood movimentato, Nothing In The Middle e i giochi di voci a mo’ di dialogo maschile-femminile) a momenti più lenti e delicati (il duetto pianistico di Not At All). Il gruppo sembra però ancor più a suo agio nel creare climax di una straziante profondità e sincerità sonora: impossibile non nominare le code di Sudden Death, Islands e Never Come Back, raggiunte con calma, senza affrettare quello che pare essere il percorso naturale dei brani stessi (più di tutte colpisce in questo senso Never Come Back, il cui apice è raggiunto alternando calma acustica e ritornelli rabbiosamente elettrici).

In definitiva i pezzi funzionano tutti bene, siano essi più vicini al pop, allo shoegaze, alla ballata, allo slow-core o quant’altro vi possa venire in mente ascoltando questo Islands.
I Verily So hanno dunque intrapreso un nuovo viaggio, forti e maturi abbastanza per gestire le vele del futuro… e chissà la corrente dove li porterà.

Tracce consigliate: Never Come Back, To Behold