The Soft Moon, band neo-post-punk (eh sì “neo”, se ne sentiva proprio il bisogno) di origine californiana fondata nel 2009 da Luis Vasquez, arriva al suo secondo LP sotto la Captured Tracks di Mike Sniper. Dopo il self titled di esordio nel 2010 e l’EP Total Decay (che fantasia!) prodotti da Vasquez come one man band, una volta messo insieme un gruppo e organizzato un tour, si rimette a lavorare da solo al secondo album studio, Zeros.

Le premesse restano sostanzialmente quelle di The Soft Moon: una serie di intuizioni prese in prestito dai movimenti “oscuri” del triennio ’79-’82 ma con un approccio meno nichilista e più atmosferico rispetto al primo lavoro. L’impressione è quella di avere a che fare con una sorta di retro wave, un intero immaginario di ieri visto con gli occhi di oggi, condensato in ritmi synth pop e tonalità dark, pescando qua e là sensazioni kraut, nella neue deutsche welle e in nevrosi industriali. Le melodie, che sono spesso simili a storpiature di Cure o Bauhaus, riescono ad essere rivitalizzate con effetti digitali e tecnologie contemporanee creando un vero e proprio inventario di suoni electro gotici, ma di immediata riconoscibilità.

Album ispirato al primo post punk ed epilettico quanto Ian Curtis, che raramente si allontana da un mid-tempo martellato in levare, è costruito su effetti sintetici, qualche grave giro di basso come si usava all’epoca e alcuni trucchetti claustrofobici (raccattati dalla kosmische musik o dall’electro lo-fi) che difficilmente riescono ad impressionare. Titoli come Lost YearsRemember the Future, praticamente una rivisitazione di Glass dei Joy Division, centrano a pieno il senso dell’album: un malinconico pastiche di quello che fu il manifesto futurista di fine anni ’70. Il momento più creativo dell’album lo troviamo sul finale con Want, traccia comunque pesantemente influenzata dalle cadenze tribali dei Savage Republic.

Pur raggiungendo la sufficienza, di ciò che scaturisce da Zeros resta poco più che bel materiale ballabile per goth club, nuove leve dark e nostalgici d’annata. Pubblicato puntualmente il 30 di ottobre, è la perfetta colonna sonora per una festa di Halloween mascherati da goth kids di South Park.