Il ruock. C’è chi in Italia fa robe che sembrano associazioni di tutela per la sua difesa manco fosse un panda. Si sprecano manifesti, eventoni, proclami utili quanto i miei grugniti la mattina appena sveglio e poi niente, stesse facce di merda da 40 anni. I The Men purtroppo non sono italiani e non sono manco un nome totalmente nuovo. In giro con il primo del 2010 Immaculada e poi sempre su Sacred Bones –  una delle label più fighe in giro e che dovreste conoscere – Leave Home, Open Your Heart, New Moon una serie d’album che mostra il progresso evolutivo di una band attraverso gli anni. O involutivo, proprio così.

Lo strano caso dei The Men è la doppia faccia della medaglia di questo progresso. Album dopo album, il suono ha abbandonato l’aggressività e lo sporco dei primi lavori segnando una qualità e un’accessibilità ai lavori sempre maggiori ma andando a pescare, in quanto a riferimenti ad epoche sempre più passate. Prendete un pezzo hardcore come Animal (da Open Your Heart) e mettetelo vicino a una Another Night di questo Tomorrow’s Hits. La differenza adrenalinica e stilistica si sente parecchio. Il nuovo brano richiama pezzi come Train In Vain dei Clash con tanto di magnificenza ad opera degli ottoni.

In molte altre tracce ci si diverte a indovinare il periodo d’influenza da cui hanno attinto questi ragazzi di Brooklyn. Esempio n° 2, Get What You Give. Le prime note di chitarra ti fanno saltare pensando a More Than A Feeling dei Boston, in cui ci si sarebbe tutti cimentati nell’epico falsetto. Oppure richiamano se stessi, i The Men, in Dark Waltz, una melodia vicina a I Saw Her Face, da New Moon. Cosa su cui nessuno potrà discutere è la carica della cavalcata Different Days, un bagno di sudore nei loro esordi. Sleepless, un brano di lennoniana memoria, quando qua e là negli album buttava pezzi così. Pearly Gates già dal primo ascolto fa balenare in mente l’idea “ok ragazzi risparmiamo i soldi che con sto pezzo voglio correre come un pazzo su una Harley”. Poi poco importa se al massimo voi girate su uno scarabeo del 2001 a 22 tempi, è l’attitudine la cosa che conta.

Se invece nella prossima primvaera/estate avete l’auto caricate i vostri amiconi e andate a tavoletta con quest’album sul lungomare (se non siete sfigati ad abitare in città) armati di Wayfarer, Sundek, calzini di spugna e Vans.
I The Men guarderanno anche al passato ma dimostrano anche una non indifferente padronanza di mezzi.
Keep on rollin’!

Tracce consigliate: Another Night, Pearly Gates