Quando Jonathan Donahue e Dave Friedmann decisero di formare i Mercury Rev non si aspettavano che, dopo più di 20 anni, Yerself Is Steam e Boces sarebbero diventati due dischi di culto, lasciando ai posteri un’eredità molto preziosa.
I Flaming Lips, in quel periodo tra il 1990 e il 1993, realizzarono i loro dischi più interessanti: In A Priest Driven Ambulance e Hit To Death In A Future Head, in mezzo ai quali c’è il passaggio dalla City Slang alla Warner Bros. (dove tuttora pubblicano). Transmission From Satellite Heart sarà l’unico disco (dal 1990) non prodotto da Dave Friedmann, probabilmente non è un caso che al suo interno ci sia il loro più grande successo commerciale (She Don’t Use Jelly). Da quel momento l’orientamento di entrambe le band è giunto ad un pop sofisticato, sinfonico ed orchestrale che per i Mercury Rev è terminato subito dopo il grande successo di Deserter’s Song, mentre i Flaming Lips, dopo il successo di The Soft Bulletin e del successivo Yoshimi Battles The Pink Robots, si sono spinti sempre più verso la psichedelìa in tutte le sue forme.
Oczy Mlody riprende il viaggio da dove lo abbiamo lasciato: Embryonic e The Terror sono due punti cruciali per la carriera della band dell’Oklahoma, giunti ad una loro ennesima mutazione. Le sonorità plastiche e solari dei primi anni zero, hanno lasciato spazio ad ambienti dark e batterie ossessive, al lo-fi e al rumore; dove i sintetizzatori creano cavalcate crepuscolari e non più orgie di colori. Ormai abili mestieranti, i Lips riescono ad amalgamare questa loro ultima declinazione con il lato più “oscuro” del periodo Soft Bulletin/Yoshimi: i due singoli How e Sunrise, assieme a The Castle, sono un ritorno al passato senza risultarne esageratamente anacronistici e nostalgici; Galaxy I Sink ha un intermezzo sinfonico che strizza l’occhio ai film western, portati in una dimensione extraterrestre. I pezzi più interessanti, però, sono quelli più vicini al loro passato prossimo: There Should Be Unicorns è un’esplorazione spaziale su crepacci alieni che ricorda i Grumbling Fur di Preternaturals, mentre in One Night While Hunting For Faeries And Witches And Wizards To Kill e Listening To The Frogs With Demon Eyes, la navicella è ormai atterrata e persi in una fredda vegetazione, si incontrano esseri evanescenti ed ultra-terreni.
Stiamo dunque parlando di krautrock e synthwave allo slow-motion, dove la presenza delle chitarre è ridotta all’osso e la batteria è stata totalmente sostituita, ormai in pianta stabile, dalla drum machine. Nigdy Nie (Never No) è il pezzo più bello del disco, dove possiamo sentire dei Chromatics in assuefazione da acidi. Oczy Mlody è un disco compatto, dove tutti i pezzi sono legati uno all’altro senza interruzioni ed ha l’unico grande difetto di essere apprezzabile solo nella sua totalità, visto l’assenza di singoli traino; l’unica canzone che avrebbe possibilità di classifica è la conclusiva We A Famly, con la collaborazione dell’ormai onnipresente Miley Cyrus.
Non si grida al capolavoro ma è un altro ottimo tassello nella ormai ultra-trentennale carriera dei Flaming Lips, sempre capaci di rimescolare le proprie carte e di darsi un tono sempre nuovo.
Tracce consigliate: Listening To The Frogs With Demon Eyes, Nigdy Nie (Never No)