Il passaggio da next big thing a gruppo che si approccia al secondo album deve provocare nei gruppetti inglesi degli attacchi di panico capaci di sostenere da soli le vendite di Tavor in tutta la vecchia Albione. Perché è vero: passata l’attenzione iniziale, il rischio di essere triturati dalla critica o peggio passare all’irrilevanza è quanto di più concreto possa esistere. Cosa fare quando l’orizzonte riserva nuvole minacciose e previsioni incerte? Una risposta, rassicurante e confortante, può essere rifugiarsi nel passato. E se sei anglosassone e fai musica, di passato da cui attingere ne hai parecchio.
Iniziando l’ascolto del nuovo album degli Swim Deep, si ha in fretta l’impressione che la strada intrapresa dal gruppo sia proprio questa. One Great Song Could Change The World, canzone di apertura, va a riprendere quelle influenze psych anni ’70 già (str)abusate dai Tame Impala, per la successiva (godibilissima, c’è da dire) To My Brother ad essere scomodati sono gli Happy Mondays e il loro dance-rock carico di 808, con Green Conduit escono per un attimo dal filone revival britannico per andare oltreoceano, proponendoci una specie di cover di Easy dei Faith No More. C’è spazio per i momenti brit pop (Caramelise), per rubare un altro po’ di influenze Madchesteriane con Fueihno Boogie (che pare presa dalle B-side di XTRMNTR dei Primal Scream) e ancora, per non scontentare nessuno, per strizzare l’occhio ai Flaming Lips in Forever Spacemen. Quando proprio cercano di tentare strade nuove e originali, il massimo che gli Swim Deep ci propongono è un pezzo dalle atmosfere vagamente Hauntologiche, Heavenly Moment, che non ha l’aria di essere qualcosa che verrà mai ricordato da qualcuno.
Come giudicare l’album? Nessuno pretende l’originalità per forza, e se gli Swim Deep fossero riusciti a sommare tutti i nomi che abbiamo citato in un lavoro con un carattere forte (no, diciamo semplicemente con un carattere), forse avrebbero realizzato un mezzo capolavoro, o comunque qualcosa di encomiabile. Purtroppo il risultato finale non è così, se non a tratti, troppo forte è la sensazione di ascoltare un gruppo che suona canzoni altrui senza aggiungere niente di personale. Bravi Swim Deep, avete studiato, ma avreste decisamente potuto fare di più.
P.S. Volevo comunque ringraziarvi personalmente per avermi fatto scrivere i “simile a” più veloci della mia carriera di recensore.
Traccia consigliata: To My Brother