Facciamo un patto.

Facciamo finta che sia il 2004. Toxic è su tutte le radio, TRL è ancora sui palinsesti di una MTV all’inizio del suo declino, le Olimpiadi stanno per tornare ad Atene e i Subsonica, sull’onda del successo di Amorematico, stanno cercando un modo per staccarsi dalla Mescal e ottenere un po’ più di libertà creativa. È in questo contesto che nasce Mentale Strumentale, un concept album strumentale ispirato dall’esplorazione dello spazio e dal neonato Amnesiac dei Radiohead, 45 minuti di sperimentazione in cui i Subsonica si reinventano, giocano a storpiarsi e a cambiare la propria formula, gettando le basi per quelli che poi sarebbero stati gli album successivi.

Figo, non trovate?

Se davvero fosse il 2004 potrei quasi darvi ragione. Nemmeno allora avremmo gridato al miracolo, sia chiaro, ma ci saremmo sicuramente trovati davanti a un lavoro curioso, uno sguardo sul backstage di un periodo tormentato per la band. E in questo senso un po’ vouyeristico un po’ nostalgico Mentale Strumentale funziona, presentando uno sguardo al passato che contestualizza un crescita, uno sviluppo, un’evoluzione sicuramente intrigante, soprattutto per i fan sfegatati della band. Il problema è che questo LP non è presentato come raccolta, non è una release extra, non si tratta di un regalo che la band ha deciso di fare ai suoi fan. No, Mentale Strumentale è pubblicizzato come il nono album dei Subsonica, ed è uscito con sedici anni di ritardo.

Sinceramente, cosa vi aspettate da un disco dei Subsonica nel 2020? Ok, poniamo che siate tra quelli irriducibili che hanno perdonato (o addirittura apprezzato) la parabola catastrofica EdenUna Nave In Una Foresta8, e che siate genuinamente curiosi di sentire qualcosa di nuovo e al tempo stesso estrapolato dal periodo più interessante del gruppo. Poniamo poi che abbiate sincero interesse nell’ascoltare una sorta di space drama in dieci atti senza mezza linea cantata, che siate disposti a sacrificare i tormentoni come Tutti i Miei Sbagli e Nuova Ossessione, che abbiate sinceramente voglia di sentire i Subsonica fare suoni per tre quarti d’ora. Se siete arrivati fino a qui, cosa vi aspettate da questo album?

Qualsiasi sia la vostra risposta, non la troverete qui. Non solo il disco è interessante esclusivamente in retrospettiva, non solo necessita del suo contesto per essere compreso, ma è quanto di più blando e noioso la band abbia mai prodotto. Non fraintendetemi, con questo non voglio dire che Mentale Strumentale sia brutta musica, anzi, è sicuramente il lavoro più bello uscito dagli ultimi dieci anni di carriera dei Subsonica, finché non ci si ricorda che non esce dagli ultimi dieci anni di carriera dei Subsonica. Le tracce risultano lente, infiniti loop di chitarra-batteria-basso-synth si inseguono senza mordente in A Nord di Ogni Lontananza e Tempesta Solare, qualche vocalizzo timido e fuori luogo fa capolino in Decollo – Voce Off e A di Addio, il riff di Detriti nello Spazio è lo stesso de Il Vento, ed è qui che bisognerebbe rendersi conto che pubblicare questa roba come “nono disco da collocarsi tra il terzo e il quarto” è una mossa paracula e poco ispirata.

Ed è un peccato, perché come chicca per appassionati Mentale Strumentale magari può pure funzionare, e sicuramente ci saranno fan della band là fuori che staranno dicendo “Ammazza, erano fichi i Subsonica sedici anni fa”. Che cazzo, mi unisco anche io a quel coro, perché no. Il problema è il tornare alla realtà, il rendersi conto che la band non si è sciolta nel 2010 e che questo disco è un passo in avanti già avvenuto, già esplorato, già visto, che nel 2020 non regge il peso di essere chiamato “il nuovo album dei Subsonica”, ma dovrebbe essere ricordato come “un vecchio album dei Subsonica che pur essendo una palla è comunque meglio degli ultimi tre”.

Non troverete nulla di memorabile in questo Mentale Strumentale, promesso. Alla fine dell’ascolto vi rimarrà poco o niente, e solo se conoscete davvero a fondo la band potrete apprezzare alcune sonorità e stili effettivamene presenti nei lavori post 2004, ma si tratta di un plusvalore insufficiente a salvare un disco che se ai tempi è stato rifiutato dalla Mescal, alla fine un motivo c’era.

Tracce consigliate: piuttosto riascoltatevi Alba a Quattro Corsie e siete a cavallo, davvero.