Tutti quelli che hanno amato le chitarre zozze dei Pavement sanno chi è Stephen Malkmus. Dopo lo scioglimento mise su questo progetto solista con una band di supporto, The Jicks appunto. Ma la nascita di questa band post-Pavement è roba del 2000 e quindi questo Wig Out At Jagbags non è il loro primo lavoro. E’ il sesto LP, sempre sulla fidata Matador in USA e in UK per Domino. La più grande differenza che si trova rispetto ai dischi precedenti è una maggiore pulizia del suono che per uno legato a Slanted & Enchanted non è una cosa bella. Inoltre meno spazio per le sperimentazioni. Era già chiara dall’inizio un’apertura verso le melodie a dispetto delle abrasioni garage ma la sensazione in questo LP è quella di un imborghesimento del sound. Non troverete nessuna traccia come 1% Of One. Questo sentore di borghesia lo si avverte anche guardando la copertina dell’album, tutto scritto ricamato e chic.

Però i pezzi carini e godibili per la loro melodia (perché Malkmus quando tira giù la distorsione le melodie le sa fare) ci sono. Già uno dei singoli, Lariat, è un ottimo divertissment da canticchiare in bici. J Smoov ha anche gli ottoni che se c’erano anche in Mirror Traffic, qua fanno vedere Stephen lontanissimo dalle sue origini e fa un po’ male. S’arriva insomma a questo sesto album come al punto finale di trasformazione di un ragazzo sporco e romantico a un borghese cantante che sta elevando il grado delle sue composizioni, forse rivolgendosi anche a un pubblico più maturo. Unica eccezione Shibboleth.

Per Stephen non vale il discorso fatto per Thurston Moore che con i Chelsea Light Moving dimostra di volersi ancora sporcarsi le mani. Un album borghese e quindi anche di qualità, ma non eccelsa. Un lavoro che ricorda i tanti album anni 80/90 di ex uomini di band come Paul McCartney.
Sì, borghese è la parola del giorno.

Recommended track: Lariat