Tutto si potrà dire della reginetta della scena twee hipster commerciale (mobbasta aggettivi, avete capito a cosa mi riferisco) ma non che non sia furba. Zooey Deschanel, da anni approdata alla musica con il progetto She & Him, nato nel 2008 in pieno periodo folk pop e chitarrine e frangette e vestitini retrò, in combutta con il quasi sempre silenzioso chitarrista M. Ward ha escogitato l’ennesima mossa furbetta per promuovere il quinto album e secondo di sole cover, questo Classics.
Qual è stata la mossa furbetta? Quella di piazzare una simpatica radio d’altri tempi sul sito ufficiale e attraverso la pagina Facebook annunciare ogni tanto su quale frequenza sintonizzarsi per ascoltare un nuovo brano aggiunto alla playlist. Niente di estremo, certo, non nell’anno in cui gli U2 piazzano sui computer altrui la propria ultima, atroce prova discografica. Però comunque una mossa azzeccata, simpatica e soprattutto un astuto occhiolino al solito pubblico (prevalentemente femminile) di aficionadas dal cuoricino vintage, con il blog su tumblr e la fissa per Modcloth.

Come dicevo, Classics è un album di cover della tradizione pop, soul e country americana. E già ci si aspetta un po’ di più rispetto al pacco rifilato con il primo album di cover che in quel caso erano tutte canzoni natalizie. Il livello qualitativo era decisamente sceso già al terzo album di inediti, al quale mancava la freschezza e la leggiadria dei primi due. Una percettibile ripetitività compositiva che forse avrebbe dovuto iniziare a porre qualche dubbio sulla necessità di continuare questo progetto musicale; e invece ecco la rielaborazione dei classici per non perdere il contatto col pubblico senza sforzarsi troppo.

La produzione, aiutata dalla registrazione live di tutti i 12 pezzi, enfatizza ovviamente la già citata patina d’altri tempi applicata stavolta più che mai alla musica. Nessuno ha mai scardinato le regole della musica con un album di cover. Ma dodici standard della musica popolare d’oltreoceano riproposti in chiave classica, con una registrazione in tradizionalissima presa diretta, arrangiamenti orchestrali e tutto il resto… cosa dovrebbero offrirci di interessante? Potreste scoprire qualche brano che vi intriga ma del quale questa versione di sicuro non è la migliore mai incisa (ma guardate il lato positivo: non è un altro album di canzoni da ascoltare sotto l’albero addobbato!).
Se ad esempio Stay Awhile di Dusty Springfield è un potenziale singolo di grande successo, This Girl Is in Love with You e la successiva Time After Time, in duetto col fedelissimo Matthew Ward e ligia all’interpretazione jazz originale, risultano però poco più che lavoretti semplici e di scarso impatto. Il tentativo di essere un po’ miciona, un po’ ruffiana sexy e malinconica (Lana del Rey, anyone?)non riesce un granché bene ma ciònonostante sembra essere il mood più presente nell’album, si ascolti ancora I’ll Never Be Free. Meglio cose più vicine allo spirito originale del duo, Oh Not My Baby per esempio.
Se volete ascoltare qualcosa di “simile” ma migliore spendete due soldi per Black Coffee e regalatevi un ascolto molto più serio. Classics è un album appena caruccio solo se siete veramente malati mentali fanatici di miss Deschanel; ma anche in questo caso io vi direi di optare per Peggy Lee e ciao, la vostra raccolta di dischi ne risentirà in positivo.

E non fare quella faccia, Zooey.

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Traccia consigliata: Stay Awhile.