Inciampando mi è venuto in mente che suonare funk nel luglio del 2012 è testimonianza del fatto che probabilmente non te ne frega nulla di nulla di quello che succede nel resto del mondo.
E, o mio dio, Shawn Lee è uno di quelli che si fanno i fatti loro, ci posso scommettere tutto, e se dico tutto mi riferisco anche al game boy color che ho prestato ad un amico mio a 13 anni.
Beh, al diavolo tutti, io voglio dire FUNK!
La Shawn Lee’s Ping Pong Orchestra è l’orchestra che ti vuoi portare a casa per presentarla ai tuoi genitori, e su questo non c’è dubbio, la fai entrare, qualche stretta di mano amicale, e poi dritti sul pezzo; la completa approvazione parentale arriva con la pacca di tuo padre sulla spalla e la battuta “ei, sono bravi i ragazzi”, momento dopo il quale l’armonia familiare raggiungerà uno dei picchi più vertiginosi degli ultimi vent’anni, il massimo storico.
Reel To Reel fa piacere ascoltarlo anche se sei distratto, la maggior parte dei pezzi ha una stesura semplice, parte tutto da un unico tema, pochissime variazioni, e un sacco di groove. E poi diciamolo, è funk che ha della storia, numerosissime sono le incursioni in altri generi musicali dal rock al jazz, dal fusion a Zappa.
E ci sono un sacco di strumenti, il funk con un sacco di strumenti è bello, non si può dire no.
In The Definition of Funk lo stesso Shawn cerca di comunicare chiaramente e a parole la sua idea di funk music, cosa che a quanto pare, è ricca di punti di vista differenti.
Punti di vista che convergono fino all’ultimo pezzo Song for Ennio, una sorta di tributo ad Ennio Morricone, si quello che non conosce gli Arcade Fire e che va e letto presto.
Bene, ascoltate questo disco perché vi piace e se non vi piace parlatene con qualcuno.