A 2 anni di distanza da Dale, Armando è tornato con un nuovo album, Climate Change, anche se in realtà non se ne è mai andato perché già dall’anno scorso sono iniziati ad uscire i primi singoli della decima fatica discografica del vero e unico king di Miami. Pitbull è arrivato a un livello dove non è solo un rapper/cantante, anzi possiamo quasi dire che non lo è nemmeno più. È un brand riconoscibile in tutto il mondo come il cavallino della Ferrari o il logo Ralph Lauren, un’industria, un’icona della musica latina che, a differenza dei suoi colleghi più cialtroni, è riuscito a farsi apprezzare anche da chi odia questo genere. Esagerato,cafone e buzzurro. E il suo nuovo album non può che essere la trasposizione musicale di tutte questi evidenti sfaccettature della sua persona.

10 canzoni di cui 9 composte da una masnada di featuring e una sola senza alcun collaboratore (Freeedom), ma il cui video è uscito con il featuring di una nave da crociera norvegese (nei crediti c’è veramente scritto “featuring Norwegian Cruise Line’s newest ship, Norwegian Escape“), capite il genio che si nasconde nella mente di questo trentaseienne di origini cubane?
La lista di collaboratori è più che mai stellare, anche se ormai è prassi visto il successo planetario che ha raggiunto in questi anni. Ogni brano è verosimilmente pensato per essere inserito in specifiche programmazioni radiofoniche e si rivolge a precise fette di mercato; niente è lasciato al caso e musicalmente è esattamente come ce lo si può aspettare: il carnevale di Rio e il Circo Medrano messi assieme. Dance, Rap, Rock, Pop,Reggae,R&b, Dancehall… non c’è genere dove Armando non riesce a ritagliarsi il suo spazio.

Non può mancare il name-dropping degli ospiti in ogni singola canzone (anche questo è ormai un suo marchio di fabbrica), a partire dal brano che apre il disco (We Are Strong) che vede la partecipazione di Kiesza e che contiene un campione di Love Is A Battlefield di Pat Benatar.  In Bad Man ha reclutato Robin Thicke, Travis Barker e Joe Perry (chitarrista degli Aerosmith) per una canzone che è senza dubbio uno dei punti di forza dell’album; la potenza dei colpi che il batterista dei Blink 182 infligge sui tamburi scandisce il ritmo su cui Armando si toglie i classici sassolini dalle scarpe (They say he don’t rap no more/They say like LeBron he ain’t got the heat no more/They say he ain’t street no more. But I’m cool with it, act a fool with it/Went to one of my old neighborhoods and built a school in it), la presenza di Thicke (nel ritornello) serve a smorzare un po’ i toni rock, nonostante ci sia spazio anche per un assolo di chitarra di quel vecchio scarpone di Perry verso la fine. “This is history in the making“, dice giustamente Mr.Worldwide. Greenlight (con Flo Rida e LunchMoney) è uno dei singoli usciti l’anno scorso, qui Mr.305 chiede sostanzialmente il via libera alla malcapitata di turno senza troppi giri di parole (I wanna make you ooh, ah, till you scream/And I practice what I preach, if you know what I mean). Brano che parte con un torbido e appena accennato sax anni 80′ per poi virare subito verso il classico suono EDM con qualche piega vagamente urban.

Segue un altro dei singoli usciti l’anno scorso (Messin’ Around) questa volta con Enrique Iglesias. Sul web però la sua fanbase più sfegatata ha affermato di essere rimasta delusa da questa canzone, probabilmente perché il ritmo è troppo lento e non nomina Miami neanche una volta. Better On Me (feat. Ty Dolla Sign) merita di essere menzionata per una delle liriche più fantasiose dell’album, in cui Armandone nostro si apre i primi 4 bottoni della camicia e a petto nudo e villoso sbatte in faccia i suoi successi a chi si è dimenticato da dove veniva (Went from selling perico and reefer, to New Year’s Eve with Snoop and Latifah/I shut down Spain and I ain’t even have to take a pill in Ibiza). In Sexy Body (feat. Jennifer Lopez) sono presenti delle spassosissime trombette, motivo per cui assieme alla presenza della smandrappona portoricana diventerà sicuramente un futuro singolo da qualche parte nel mondo; segue poi l’unico brano dove è solo come un cane (Freedom) ma che dobbiamo citare perché é stato scritto da Mick Jagger e Keith Richards (che non l’hanno fatto per soldi, ma perché quando Mr.Worldwide chiama si deve rispondere “presente”).

Bob Marley se fosse ancora in vita sarebbe orgoglioso di sapere che suo figlio Stephen ha preso parte a una canzone come Options, in cui il nostro Mr. Cubanito sembra puntare il dito contro le donne in cerca di perfezione (They looking for the perfect man/They looking for the perfect life/They take some perfect pics/They want some perfect dick) mentre Stephen canta “Can I get some of your love?“.
In questo autentico circo di album c’è spazio anche per Leona Lewis (in un brano dance decisamente trascurabile) e R.Kelly, arrivati alla fine si ha la sensazione (come per ogni suo altro lavoro) di essere stati su delle montagne russe all’interno di una nave da crociera che naviga in un mare forza nove. Rimangono dei punti fermi: Armando ama la sua città natale e la nomina a più non posso, la sua musica ha la stessa evoluzione di uno smartphone che viene messo sul mercato di anno in anno spacciato per nuovo ma dove, essenzialmente, le differenze sono minime. Pitbull è un prodotto che serve al mondo intero (e non solo a quello discografico), è il cugino cafone che si presenta ai
pranzi di famiglia ubriaco dalla sera prima, mangia con le mani e parla di figa a fianco della nonna, e alla fine è anche per questo che gli vogliamo bene e abbiamo bisogno di lui.

Tracce consigliate: Bad Man, Options, Greenlight.