In quella che viene definita dalla stampa letteratura queer – ma più in generale in tutta la letteratura che si confronta con i temi del sesso, del corpo e del desiderio a prescindere dall’orientamento sessuale – da qualche anno a questa parte si fa un gran parlare di un nuovo fenomeno: Garth Greenwell. Il suo ultimo libro si chiama Cleanness ed è – per stessa ammissione dell’autore100% pornografico e 100% arte nella sua forma più pura. Cleanness racconta la storia di un amore puro, di sesso auto-distruttivo e occasionale, di integrazione e di scoperta di sé, di un insegnante americano che lavora a Sofia, Bulgaria. Cleanness è un libro audace, innovativo, romantico tanto quanto disturbante, che tocca relazioni, potere, intimità, solitudine, vulnerabilità, seduzione, identità e pudore.

Non so se Garth Greenwell e Mike Hadreas (Perfume Genius) si siano mai incontrati, ma è come se si toccassero i gomiti scrivendo allo stesso tavolo, perché leggere Cleanness è un’esperienza immersiva tanto quanto lo è ascoltare questo album. Set My Heart on Fire Immediately racconta, con il solito timbro unico e la solita scrittura fisica che si attacca alla pelle, lo stesso tipo di storie: l’avventura di una notte (Jason), come cambiano i rapporti di potere nelle relazioni (Describe, Your Body Changes Everything), gli amori tossici, ma totalizzanti e le pulsioni autodistruttive a cui ci portano (On the Floor, Nothing At All). Come le parole di Greenwell, le canzoni di Mike suonano fisiche, avvolgenti e travolgenti, dotate di un peso specifico.

Se c’è una prima cosa che salta all’occhio di Set My Heart on Fire Immediately è che è un album decisamente lungo. Lungo per gli standard a cui ci ha abituati Perfume Genius – se il più recente No Shape (2017) toccava almeno i quaranta minuti, i precedenti Too Bright (2014), Put Your Back N2 It (2012) e Learning (2010) a malapena sfioravano la mezz’ora – ma lungo anche per gli standard generali a cui siamo abituati oggi, dove ormai si spinge oltre i singoli solo chi è fidelizzato a sufficienza. Sono lontani i tempi del primo Mike Hadreas lo-fi, che cantava o meglio sussurrava angeliche piano-ballad da due minuti e due accordi, ma anche i tempi del Perfume Genius esagerato, ampolloso e melodrammatico di Too Bright: Set My Heart On Fire Immediately è una creatura diversa, complessa e stratificata di cinquanta minuti che richiede accortezza e attenzione. Dentro a questo album ci sono infatti ogni suono, ogni influenza e ogni tematica che Mike ha approcciato in passato, ma tutto è amalgamato e perfezionato.

Un album denso sul piano emotivo – non una sorpresa per chi segue da anni la parabola di Perfume Genius – ma come mai prima anche su quello sonoro, dove convivono pezzi spirituali e fisici, il pop ben prodotto e lucidato (ancora da Blake Mills, dietro diversi lavori di Fiona Apple, John Legend e Alabama Shakes) e le chitarre distorte, momenti pacati e ritmi concitati. É facile cliccare immediatamente quasi con ogni pezzo: le pillole di country-pop anni Settanta Without You e On The Floor, le chitarre distorte e quasi shoegaze di Describe, il power-pop con un tocco dark di quel gioiello che è Nothing At All, la synthwave anni ’80 di Your Body Changes Everything e il piccolo angolo di paradiso che è Whole Life, fino al falsetto in punta di piedi di Jason, dove la capacità di scrittura e il talento vocale di Perfume Genius sono al loro massimo splendore.

Come sembrano lontani oggi i tempi in cui Perfume Genius faceva scalpore da David Letterman rivendicando la propria identità sessuale con il rossetto rosso, le unghie laccate e un collare da bondage. Nel corso dei mesi poi usciva Xen, l’album d’esordio di ARCAFrank Ocean girava il video di Nikes con l’eyeliner, Moonlight vinceva come Miglior Film agli Oscar, SOPHIE pubblicava Oil of Every Pearl’s Un-Insides e queer diventava una parola così comune e abusata da diventare protagonista di bellissimi meme.

Set My Heart On Fire Immediately prosegue, espande e amplifica al meglio quanto iniziato tre anni fa da No Shape: Perfume Genius non ha più bisogno di urlare al microfono che nessuna famiglia è al sicuro quando c’è lui a camminare disinvolto per strada, perché noi siamo un po’ meno spaventati da tutto quello che ha a che fare con l’identità di genere e perché Mike in realtà non è ancora venuto completamente a patti con il proprio corpo (Without You parla proprio di questo). Un album che traccia dopo traccia abbraccia l’imperfezione umana tutta – nel corpo, nella mente, nelle relazioni con gli altri – e che ci ricorda cosa cerchiamo nella musica e perché ascoltarla ci fa così bene.