Ammetto che tutto le volte che vedo un nuovo cantautore italiano con una copertina dell’ album da alternative rabbrividisco; è un ingiusto pregiudizio ma la pochezza del settore degli ultimi anni non mi lascia fare altrimenti. Come quando leggo che Il Cile e i TARM (ma in passato anche Brondi) vanno in tour con Jovanotti: lasci cadere le braccia, spalanchi la bocca e vaffanculo, ho sprecato qualche pomeriggio della mia vita ad ascoltarvi ed ora mi tirate per il culo. Siete una pessima razza.
Ci riprovo con questo nuovo famigerato e tanto acclamato Paletti, che nel discreto underground bresciano da un seguito all’EP Dominus (2012) con questo atteso album d’esordio.
In realtà il nostro eroe era già membro dei R’s, non certo gli ultimi arrivati (parteciparono ad un’edizione del SXSW, cioè, mica pippe).
Passiamo all’album, l’inizio di Ergo Sum è affidato ad una delle tracce meglio riuscite: Cambiamento, fa piacere apprezzare una varietà strumentale che si discosti dal concetto cantautore-chitarraacustica-collinetteverdi tipicamente brondiana (si ce l’ho con lui), qui anche l’accompagnamento sembra curato discretamente, il che rende più scorrevoli e piacevoli queste otto tracce.
La polemica prima traccia di impronta battistiana a sfondo social-politico lascia il posto a pezzi successivi che sembrano a metà tra l’intimismo di Dente e l’estro di band anni 90 (Mau Mau, Capossela, …); non tutti questi otto episodi sono del tutto convincenti ma tutto sommato il risultato finale è pienamente sufficiente.
Buoni testi alternati a qualche stronzata colossale; non fa niente, su duecento frasi dell’album dieci o quindici sbaioccate son concesse, è legittimo e matematico.
Riascoltando anche l’EP dello scorso anno le premesse sembrano buone per il futuro, speriamo che il nostro Paletti rimanga nell’umiltà del cantautorato provinciale e che né JovanottiPippo Baudo si facciano sentire.

Raccomended Tracks: Cambiamento, Portami Via