Se vi dico Los Angeles, California, voi tutti starete già pensando a sole, mare, caldo. C’è chi invece a LA ci vive e fugge questi stereotipi. È il caso di Melissa Smith e Mark Arciaga, noti all’industria discografica come Outlands. Con l’EP In Times Like These There Are No Boundaries avevano attirato un po’ d’attenzione, mescolando elementi sintetici a tinte dark e una produzione smaccatamente lofi.
Le otto tracce di Love Is As Cold As Death si mantengono su quel mood disco-noir arricchendosi però di una produzione oculata e cristallina; forti delle trame curate e allo stesso tempo coinvolgenti dei beat, i pezzi trovano nell’attitudine pop 90s, comune denominatore del lavoro in toto, il loro maggior punto di forza. Tra la voce da femme fatale della Smith, synth notturni e drum machine che costruiscono i loro intrecci sullo sfondo, l’ascoltatore è guidato ora fino al centro di una dancefloor buia (Someone To Hold You In The Dark, New Reptiles) ora verso la luce (Warm Winds). Talvolta sono le percussioni stesse a farla da padrone (Devout), altre volte richiedono l’ausilio di un basso suadente (Reproduction) o di una chitarra che parrebbe appartenere all’Anna Calvi più sensuale (Love Is As Cold As Death). In Chrome è invece la deriva più sintetica a spuntare, pagando un palese tributo ai Purity Ring.
Gli Outlands debuttano dunque con otto potenziali singoli trascinanti e, aspetto importante, mai banali o simili tra loro. Tra tutti però svetta incontrastata l’opener Politics, un gioiellino da ballare a luci spente.
Tracce consigliate: Politics, Someone To Hold You In The Dark