Checka!Checka! E via di beat hardcore. Così si apre Monster, ultimo album del rapper romano, con ormai dieci anni di album alle spalle. Noyz è un altro dei figli della crew Truceklan. Come in America, hanno Odd Future, ASAP Mob, G-Unit, noi invece ci becchiamo questi ragazzacci della capitale.

Per decenni, per trovare impegno e denuncia sociale (vero o presunto) ci si doveva sempre imbattere in orde di cantautori con la chitarra in braccio, ora , in Italia con secolare ritardo, sta guadagnando consensi l’hip hop. E’ nelle classifiche l’unico genere alternativo al pop da talent show, o al suddetto cantautorato.

Ma non è che sia tutt’oro il rap delle classifiche. Se alcuni grazie ad un linguaggio forbito e ricercato della serie “minchia boh, spacco tutto, figa gnè gnè” vincono dischi di platino, altri fuori dalle luci della ribalta, mantengono il rap nella sua pura vena conscious. E’ vero nel rap esistono vari generi, ma l’unico che rispetta lo spirito delle origini è quello diretto a raccontare storie vere, di strada, delle ingiustizie vissute.

Nella migliore tradizione hip hop, il rapporto con la propria città è uno dei nodi centrali delle rime. In Monster Noyz canta rime sul lato oscuro di Roma, la città eterna. Una città che non è solamente quella delle tardone bionde nelle fontane e dei paparazzi, ma di vita difficile dietro gli angoli dove non arrivano i flash dei fotografi. Molti dei pezzi non vedono futuro per il paese in cui viviamo La tua famiglia affonda,tira a fine mese,si trasforma in dramma subisce le offese del suo bel paese! (Notte Insonne), altri riportano la vena horrorcore dei primi Truceklan come Monster, con voce pitchata e drum beat pompatissimo.

Via Con Me si collega per testo a un brano come Venerdì 17 di Fabri Fibra, quasi un testamento e lo sfogo di un uomo stufo. Tutta la prima parte dell’album offre tracce interessanti includendo anche Attica. Questa traccia  con un intro vergognosamente simile a quello di Zoo De Roma, una sorta di Empire State Of Mind nostrana, cattura l’attenzione per un bella accoppiata di synth e beat sotto le rime. Non manca un testo asprissimo contro il “sistema”Stato uguale a Mafia e Sbirri Criminali! Roma brucia, camionette in fiamme, fumo nero ma non è il conclave, prego pe’ i Piskelli sotto chiave! Che ogni guardia infame ce lo sò da ‘nsacco che non me ricordo manco, sempre a brutto muso e mento in alto!.

Da qui in poi per colpa della monotonia dei beat e dell’eccessivo taglio hardcore che le basi vogliono avere nella seconda parte sembra di vivere in una parodia di se stesso. Il misto tra slang romano d’impatto e semplici beat da elettronica dura, funziona fino a quando non si somatizza il tutto rischiando dejavù continui.

Altro neo dell’album sono dei beat assolutamente non da 2013. Un album come quello di ASAP Rocky, pur avendo temi molto diversi, si è fatto notare per degli instrumental di ottimo livello offerti alle rime. Qui invece la sensazione è di, va bene il sound old-school, ma ci si è fermati a dieci anni fa.

A dividere gli ascoltatori, non mi riferisco ai fan già seguaci del Truceboy, si possono opporre la pretesa hardcore sempre sul filo del grottesco e una critica della società che si spera sincera e non di comodo. Insomma un bel mezz’album per Noyz Narcos.

Tracce consigliate: Attica