LP SLEEVE-OP

Etichetta: Heavenly Recordings
Anno: 2016

Simile a:
The Black Angels – Directions to See a Ghost
Sleepy Sun – Fever
Sonic Jesus – Neither Virtue Nor Anger

Sonorità calde, sensuali, distorte, ecco cosa significa nella mia mente Night Beats: le parole che compongono il nome del trio psych-rock/garage-ish di Seattle è in grado di rievocare, già solo nei pensieri, le atmosfere di immaginari locali fumosi  della scena di LA.
Attivi sin dal 2009, Danny Lee Blackwell, James Traeger e Tarek Wegner hanno imparato a costruire il proprio sound prendendo spunto da quella scena psichedelica di stampo 60s/70s che proprio in quegli anni aveva iniziato a spopolare grazie alla spinta propulsiva di band come i The Black Angels, aggiungendovi però un tocco personale.
Rimasti sempre in agguato, producendo album ogni due anni, seguendo instancabili i tour di numerose band, sembra che con il nuovo Who Sold My Generation i Night Beats vogliano seguire il motto “Go big or go home”. Questo disco, registrato con il benestare e la partecipazione di Robert Levon Been (Black Rebel Motorcycle Club), scava in kaleidoscopiche visioni a stelle e strisce, per arrivare ad un garage imbastardato con l’r&b, il blues e la supervisione simbolica dei Jefferson Airplane.

Questi ultimi sono una presenza indiscutibile in molti brani, basti vedere Sunday Mourning, dove il suono incalzante della maracas sembra quello dello scettro di qualche sciamano degli acidi. Right/Wrong è un manifesto nostalgico, espresso con sonorità vintage, aggrappate con forza al ricordo degli anni nei quali il genere ha brillato, nel quale la band mette del proprio: i cori rochi e le chitarre che con le loro note ricreano vortici lenti, nei quali ci ritroviamo ad oscillare lenti (soprattutto nel culmine di vocalizzi sensuali).
Le 12 tracce che compongono il disco sono un viaggio in quella psichedelica sete di allucinazioni e magliette tye dye: la turbinosa linea di basso di Burnin’ to Breath ha il sapore di danze lente attorno al fuoco; il giro di basso accompagnato dalle maracas di Sunday Mournin‘ è invece un trip infinito, animato da poche note distorte alla chitarra; Porque Manana con le percussioni lineari, il cantato in spagnolo e i suoni della washboards è un viaggio in quella LA ispanica e caliente.

I Night Beats in questo album sono riusciti non solo a rimodellare il proprio sound in una chiave più marcatamente late 60s, ma anche a darvi uno stampo personale, grazie a quelle beat spesso r&b o ai riff di chitarra sporchi ed acidi, il tutto riuscendo a ricreare un universo tutto quell’universo visivo desertico à la Dead Man, Fear and Loathing in Las Vegas, Once Upon a Time in the West

Tracce consigliate: Right/Wrong, Porque mañana