If someone’s holding you down and drowning you, is that necessary? You can’t force someone to accept something. You can bring them to the water, but they have to drink it.

Mick Jenkins è un predicatore del ventesimo secolo. Come tutti gli oratori ha a cuore la verità e utilizza parole semplici per spiegare concetti complessi. La semplicità è uno dei punti cardine di tutta la sua discografia, un notevole punto di forza.
Il messaggio di Water[s] era semplice: bisogna bere più acqua. L’acqua rappresenta la verità da affrontare e non ha una natura buona, è rivelatoria. Non dà indizi su come agire ma mette in luce il problema.
Il messaggio di The Healing Component è semplice: bisogna amare e diffondere l’amore. L’amore in questa concezione è il contrario dell’apatia, ma anche dell’odio. La negazione dell’amore pop, che è diffuso ma fragile. Lo healing component del titolo è qualcosa che va ricercato ma che è sotto gli occhi di tutti.
Si tratta di amore anche quando la tematica sono le droghe o la consapevolezza di sé e un ascoltatore attento non può che finire a ricercare la chiave per decifrare questo codice. Ad aiutarlo ci sono interludi come This Type Love, estratti da un’intervista della sorella allo stesso Jenkins, che guidano tra le tracce cercando di aggiustare il tiro in una direzione precisa. Come dire che tutto è da interpretare, ma che solo una può essere l’interpretazione giusta.

D’altro canto, per chi non volesse avventurarsi in esegesi, un ascolto completo del disco potrebbe risultare eccessivamente noioso. THC è un disco lungo e verboso, caratterizzato da una scrittura frenetica e da soluzioni metriche atipiche. Il problema principale è quanto alcune tracce siano musicalmente simili tra loro, il secondo (diretta conseguenza) è la presenza di poche tracce che spiccano sulle altre, rendendole quasi superflue.
Una discussione a parte meriterebbe il singolo Drowning, prodotto dai BADBADNOTGOOD, che riesce a fondere le principali tematiche dell’album con quelle del movimento Black Lives Matter citando nel contempo persino Kanye West. Il pezzo, per buona parte cantato, rappresenta la punta più alta dell’album, un piccolo capolavoro per liriche e musica.

Ci sono altre tracce veramente belle nel disco, ma così accumulate l’una dopo l’altra risultano in un insieme troppo cupo e ingarbugliato, che alcuni potrebbero non aver voglia di affrontare. Si sente soprattutto la mancanza di pezzi sulla scia di Water[s], con uno stile più marcatamente rap e meno flussi di coscienza alla Communicate.
Con alcuni accorgimenti, THC avrebbe potuto essere uno dei dischi dell’anno in mezzo a tante uscite validissime. Allo stato attuale si tratta di un bel disco da recuperare se siete fan di Mick Jenkins, se non lo conoscete recuperate subito i mixtape.

Tracce consigliate: Drowning, Daniels Bloom