Nel curriculum dei Mercury Rev brillano almeno un paio di gemme. Lungo un percorso artistico fatto di tappe tutt’altro che prevedibili, un approccio compositivo fatto di contrasti, stratificazioni ed eresie ha garantito la costante della qualità in tutte le fasi dell’evoluzione del collettivo di Buffalo. Dalle schizofrenie psych degli esordi di Yerself is Steam fino ad arrivare al giusto compromesso con l’elettronica in Snowflake Midnight, il lascito dei Mercury Rev è un bagaglio di melodie sontuose e caleidoscopiche: il loro modus operandi, incondizionato e anti-modaiolo anche negli episodi più manieristici, ha spianato la strada a tutto il dream-pop del nuovo millennio.

L’excursus è allo scopo di chiarire il perché ci siano almeno un paio di aspetti che gli estimatori di Donahue e Grasshopper non perdoneranno a The Light in You. Innanzitutto c’è il fatto che, sebbene sia un peccato in cui è facile incorrere, l’autocitazione diventa un delitto quando a commetterlo è una formazione che ha sempre vissuto di sperimentazione. In secondo luogo, chi ha goduto nell’arrendersi senza riserve alle sinfonie di All is Dream (in pochi altri casi nella storia il titolo e il mood di un disco combaciano così perfettamente), durante un primo ignaro ascolto di The Light in You sobbalzerà più di una volta col dubbio che lo stereo sia entrato da solo in modalità shuffle.

Ebbene sì, l’attacco di Are You Ready? non è uno spot di Youtube tra una traccia e l’altra. L’inusitato esordio di voci femminili torna nei cori, un esercizio dolorosamente pop nel quale si fa una certa fatica a riconoscere la mano di una band che si è fatta strada grazie a un connubio di fruibilità e ricercatezza sonora. Queen of Swans evoca le atmosfere di Deserter’s Songs ma le libera della consueta patina fosca e magnetica, ma è anche vero che c’è poco di cui meravigliarsi: sin dal titolo dell’intero album è intuibile che dell’oscurità melliflua sottesa di malinconia in cui erano soliti avvolgerci stavolta ne troveremo ben poca. Amelie ha timide ambizioni sinfoniche, la tintinnante Emotional Free Fall è memore della gavetta con le colonne sonore, gli ingredienti consueti ci sono tutti ma il dosaggio è cauto, in esiti pop che sarebbero persino encomiabili se solo si riuscisse ad evitare di paragonarli alle produzioni del passato, di fronte alle quali i brani di The Light in You appaiono in qualche modo incompiuti.
Dopo Are You Ready? e il sussulto emotivo di cui sopra, Sunflower cambia di nuovo le carte in tavola, gradevole power pop che ammicca ai Flaming Lips più orecchiabili che però risulta slegato dal resto, come Rainy Day Record, una conclusione propulsiva che giunge mentre ancora si spera in un filo conduttore, o quantomeno di un brano memorabile.

Non vorremmo mai lasciarci andare alla nostalgia, ma nel riproporre l’estro di un tempo stemperato in melodie lineari sono proprio i Mercury Rev a indurla. The Light in You sarebbe un buon disco se solo non suonasse come la replica delle puntate di una storia di cui si spera che arrivi presto la prossima stagione.

Tracce consigliate: You’ve Gone For So Little For So Long