Lo dice direttamente lui in apertura, “Quanto è difficile scrivere il secondo disco“, in particolar modo, continua, “se col primo diventi ricco“. Le prime battute di SOLO TUTTO di Massimo Pericolo (da qui MP) descrivono già il fulcro di questo suo nuovo album, il seguito del debut Scialla Semper.

Con questo disco il Vane sceglie di percorrere la strada già battuta: raccontare la propria vita e farlo con tutta la sincerità possibile. SOLO TUTTO si assesta ancora una volta sui binari della verità e viene tarato tutto sul qui e ora della vita del rapper. L’album è un viaggio attraverso la coscienza di MP, che si trova a fare i conti con una nuova dinamica, quella del successo e dei soldi (raggiunta “senza sparare un colpo“), e sulla difficoltà nel mantenere e gestire questa condizione, nella quale si può avere tutto – solamente, tutto – quello che prima non si poteva avere.

CASA NUOVA, DEBITI, 100K, BANG BANG, G, BUGIE: brani che parlano di una nuova situazione del rapper, ma lo fanno comunque con la stessa lingua che contraddistingueva Scialla Semper, della quale tra l’altro c’è una traccia esplicita anche in questo secondo album, con BREBBIA 2012. In SOLO TUTTO c’è un rap senza virtuosismi, ma che ha il suo maggior pregio nell’incidere pensieri sul disco senza filtri. Non deve esserci, infatti, molta differenza tra i solchi di SOLO TUTTO e tra i pensieri di MP; i versi procedono senza retorica e sviluppano un conscious rap che da riflessioni sul successo e sul solito rapporto difficile con la legge sfociano anche in dinamiche sentimentali, dal tratto drill in TROIA e SOLO SEX, ma dal tratto anche emo in STUPIDO.

L’asticella trash si innalza improvvisamente con la presenza di Salmo in CAZZO CULO – che non è una bella canzone – e rimane alta anche in SAI SOLO SCOPARE!, ma almeno ci stanno le pive e non Salmo, che fanno sicuramente più simpatia. Sono invece due perle del disco AIRFORCE e FUMO, in cui MP si trasforma in storyteller. Nella prima, in feat. con Madame, si racconta una fuga improvvisa e improbabile tentata da due giovani difficili, un lui (che parla in prima persona) e una lei che ricorda la Mary dei Gemelli DiVersi ma senza che vengono menzionati “gli abusi osceni del padre uah“. In FUMO invece si racconta una scena di regolamento di conti molto filmica, nella quale, solo con qualche barra, MP genera più tensione di un film del Ciclo Alta Tensione di Canale 5.

Insomma, la questione stava tutta nel saper mantenere il profilo alto con cui il rapper di Brebbia era stato accolto, tre anni fa, ai tempi in cui la sua musica verace e rudimentale cominciava a circolare nelle cuffiette di tutta Italia. Il destino di MP, in fondo, poteva non essere distante dalle sorti di chi è esploso con l’itpop: ovvero quella sorte che ti rende immediatamente famoso e nello stesso modo repentino ti fa scomparire nel nulla. La musica di MP, seppur così distante, condivide con l’itpop, tuttavia, l’humus in cui è nata: un triennio della musica italiana (diciamo 2015-2018) in cui a fare il botto non sono stati più solamente gli amici di Maria De Filippi, ma anche personaggi provenienti da ambienti e etichette indipendenti.

Ma di certo non è stato questo il caso. In SOLO TUTTO non ci sarà l’impeto di Scialla Semper, ma la maniera di concepire e di fare rap di MP resta sempre valida, soprattutto perché – a sorpresa, visto il successo raggiunto – non c’è un angolo dell’album in cui i versi non suonino reali. Il successo non ha cambiato le regole: SOLO TUTTO, animato soprattutto dai Crookers, resta un album anti-radiofonico, sfacciato e sincero, il luogo giusto in cui godersi il secondo capitolo di un rapper introspettivo che non mette schermi tra sé e il mondo.