A dicembre la catena di grande distribuzione britannica John Lewis lancia una pubblicità natalizia che oscilla tra quello spirito natalizio autentico che tutti sotto sotto amiamo e una furbissima pubblicità che tutti sotto sotto amiamo. Lo scorso anno si sono superati su tutti i fronti ingaggiando Lily Allen per una cover di Somewhere Only We Know dei Keane. Un brano eccezionale già in partenza è stato se possibile reso ancora migliore dal meraviglioso video strappalacrime più che dalla voce di Lily Allen ma che ha in ogni caso messo in mostra potenzialità finora mai espresse della cantautrice londinese.
Potenzialità che a quanto pare resteranno taciute  anche su Sheezus, sembra dirci già la copertina con la signorina Allen in mezzo a tre corgi a mo di Regina Elisabetta in Jeffrey Campbell e un tripudio di oro, stemmi araldici e motti latini che bene non si sa cosa c’entrino in una strizzata d’occhio generale al Kanye West più tamarro/faraonico di Power (nemmeno da dirlo: il titolo di questo album è un richiamo a Yeezus). Come già annunciato da tempo, c’è una sterzata verso un pop dalle venature elettroniche molto più marcate che in passato.

Hard Out Here, ha fatto numeri da capogiro su Youtube grazie ad un video provocante e ad un testo altrettanto sguaiato e volgarotto, purissimo electro pop coatto nei modi e nei termini soprattutto nel refrain. Due parole sul testo: è piuttosto difficile ritenere la Allen una grande autrice e leggere che certa autorevole stampa ritenga Hard Out Here “un inno femminista” o “una critica sociale” è davvero una cagata pazzesca. C’è dell’apprezzabile sarcasmo tongue in cheek ma veramente poco altro, basta menarsela.
Air Balloon fa il verso a M.I.A. e riconferma come se ce ne fosse bisogno l’attitudine da dancefloor di Sheezus. Questa volta il testo è talmente scemo che non può lasciare alcuno spazio a critiche e meno che meno ad interpretazioni iperboliche e va a braccetto con la musicalità, tanto stupida (in senso buono?) quanto catchy. Our Time segue la stessa scia di Air Balloon, meritandosi lo stesso giudizio.
Nota negativa, davvero negativa per L8 CMMR, dedicata al marito: il video stile 8bit può suscitare qualche simpatia ma la canzone in sé è un’autentica atrocità, per la mostruosa coesistenza di chiptune e moombahton non ci sono attenuanti.
La tracklist tira fuori insospettabili momenti forti al di fuori dei singoli con As Long As I Got You, rimasta ferma allo stile del 2009 e tutta trascinata da un irresistibile drumming e battere di mani, e Silver Spoon, altra traccia electropop senza niente di straordinario ma ben realizzata. Non male URL Badman nonostante l’apparizione di momenti dubstep tamarrissimi, ormai anacronistici.

La svolta electro c’è stata, ha i suoi alti e bassi ma non è totale, e per fortuna verrebbe da dire. Di fianco a brani del nuovo corso eccessivi e fuori luogo trovano il loro spazio anche souvenir del recente passato, fatti con quello stampo furbo che ha portato al successo commerciale la Allen. Un giudizio finale senza troppe lodi nè infamie ma comunque superiore, a giudizio di chi scrive, rispetto alle ultime fatiche delle dirette concorrenti pop, Katy Perry in primis.

Traccia consigliata: As Long As I Got You.