Tra le pubblicazioni firmate To Lose La Track i Lags spiccano per differenza, sia geografica che stilistica: i Lags non fanno emocore come i loro colleghi della scena romagnola, ma un post-hardcore molto più crudo, corposo e meno melodico, che li inserisce in un contesto più variegato quale in effetti è quello romano.

Non più Raein o Mineral tra le influenze, dunque, ma Fugazi, At the Drive-in, Crash of Rhinos; niente più intrecci armoniosi di chitarre ma suoni metallici e incespicanti; non voci cantilenanti ma arroganti e dominanti, soprattutto nei cori.

Pilot miete solo vittime, eppure sa trascinare e rendersi orecchiabile, come dimostra l’apripista e primo singolo A Push and a Rush, che di quei cori fa sapiente uso (un po’ di headbanging qua?). Eppure è da War Was Over che il vero spessore dei Lags emerge: più reduce degli anni ’90 e dei già citati Fugazi, con suoni ruvidi e stridenti e con la voce altrettanto dura, inamovibile, di Antonio Canestri. Lo spessore musicale sembra quasi farsi politico, ed un’occhiata ai temi racchiusi nell’album lo conferma: passando da Bulgakov in Turbin alle rivolte di Istanbul in The Flight of the Flies, quella dei Lags è un’esplorazione che li distanzia sempre di più dai loro compari coi feels.

Il disco procede e si tiene in piedi da solo, è una bomba a mano dopo l’altra nonostante la scarsità di momenti melodici e di più largo respiro. Ci sono difatti brevissimi attimi di tregua quasi necessaria (Family Man e in parte Dreaming Babylon), eppure va detto che è proprio nei momenti più violenti che i Lags sanno eccellere: penso al basso di Queen Bee, ad esempio, che con Solid Gold e The Flight of the Flies forma un terzetto d’eccellenza nella parte centrale del disco.

Saranno solo al primo LP e qualcosa di acerbo ancora c’è, ma i Lags meritano una menzione speciale: per aver pensato e realizzato un disco dal respiro internazionale, valido non solo (come spesso accade) entro il perimetro peninsulare, ma come prodotto autosufficiente, scisso da quella che può essere considerata una “scena”, e quindi vendibile – e apprezzabile – in egual misura a Roma sud così come oltreoceano.

Tracce consigliate: Queen Bee, Solid Gold