Ma i Broken Social Scene si sono sciolti o no? Boh. Il fatto è che Kevin Drew continua a far musica esibendosi alle volte da solo, altre contornato dal collettivo con cui ha collaborato per più di 10 anni. La sicurezza è che questo Darlings rappresenta la prima uscita nominalmente in solitaria per il buon Kevin, anche se un’esperienza simile è riconducibile a ben 7 anni fa, quando uscì Spirit If…, presentato però come sideproject dei Broken Social Scene (Broken Social Scene Presents…).
Darlings è in tutto e per tutto un disco solista. Ma non come vi aspettereste voi, tutto voce e chitarra o, che so io, pianoforte. Darlings è un disco solista del terzo millennio, di un musicista che ha le radici ben salde nell’indie-rock americano ma che ha la voglia di sperimentare; e non che questa sia una novità (basta infatti ascoltare la discografia pregressa dei Broken Social Scene).
Musicalmente si spazia molto. Ovviamente troviamo rimandi al rock chitarristico “da manuale”, sempre però arricchito di rumorismi e piccoli particolari (la doppietta d’introduzione: Body Butter e il singolo Good Sex, ma anche Bullshit Ballad, che una ballata non è dato il tiro molto sostenuto, e l’altrettanto vivace You In Your Were). Vi sono poi i momenti diametralmente opposti, definibili quasi elettronici, in cui Kevin aggeggia con le moderne diavolerie tecnologiche. Alle volte il risultato è convincente (le drum machine e i synth movimentati di Mexycan Aftershow Party e la conclusiva And That’s All I Know, synth modulati e melodia al piano elettronico), altre un po’ meno (la troppo tranquilla e cadenzata You Got Caught), altre ancora proprio no (la stucchevole drum machine di My God). I momenti più interessanti sono riscontrabili quando i due approcci musicali si incontrano divenendo tutt’uno (You Gotta Feel It, First In Line).
Quando però dico che Darlings è in tutto e per tutto un disco solista intendo che il vero protagonista è Kevin Drew, la sua voce, i suoi testi. Egli indaga la realtà, il rapporto con se stessi e con gli altri, l’amore, il sesso, la religione.
Le liriche profonde vengono dunque stemperate e mascherate molto spesso da hit, senza però mai perdere quel tocco tipico dell’artista.
Darlings nell’insieme è un disco riuscito, equilibrato, ben concepito e ben prodotto. Lo si ascolta molto volentieri e tutto scivola via liscio seppur i fasti del passato non vengano nemmeno avvicinati. Rimane comunque dell’amaro in bocca e non a causa dei pochi momenti deboli descritti sopra, quanto più per la voglia di rivedere un disco firmato da tutto il collettivo. A maggior ragione con un Kevin per nulla appannato. Scusate sono fan.
Tracce consigliate: Good Sex, First In Line