Non si può fare i coglioni per sempre. Sembra averlo capito il nostro amico Gaz Coombes, ex frontman dei Supergrass, uno dei gruppi pionieri del Britpop negli anni ’90. Sono passati ormai cinque anni da quel comunicato che annunciava la rottura del gruppo e che tanto aveva rattristato migliaia di fans, ma che, a posteriori, è sembrata una giusta decisione per evitare di scadere eccessivamente nel manierismo in cui inevitabilmente quasi tutte le band datate finiscono. Comunque in questi anni Gareth non è certo stato con le mani in mano: il primo album della sua nuova carriera da solista, Here Come The Bombs, uscito tre anni fa, non fu particolarmente esaltante, ma conteneva comunque qualche episodio degno di nota.

Arriviamo ad oggi: poco tempo fa è infatti uscita la seconda fatica solista di Coombes, intitolata Matador. Sicuramente un lavoro che segna una svolta per il cantante (nonché polistrumentista) il quale decide di avventurarsi in nuovi territori. Troviamo Gaz in panni inediti, come non l’abbiamo mai visto in carriera. Infatti ci troviamo ad affrontare un disco fortemente elettronico e influenzato dalla black music. L’opener Buffalo, scandita da percussioni sintetiche e arricchita da piano ed archi,  infatti è già abbastanza eloquente e ci regala pure una grande perfomance vocale, risultando uno degli episodi più riusciti. 20\20 non è troppo da meno, accompagnata dal piano e spaccata a metà da battiti di stampo elettronico. The English Ruse è più frenetica e aumenta la velocità, che scende subito con la seguente, The Girl Who Fell To Earth, dove un sottofondo elettronico fa da cornice alla chitarra acustica. La formula rimane simile anche nei brani seguenti; da segnalare la funky Needle Eyes e il  sinth catalizzatore di emozioni di Seven Walls . Giungiamo così alla traccia finale, nonché title-track: un delicato martellamento di un minuto e venticinque.

Una prova di maturità, tutto sommato, superata per il cantautore di Oxford, che ha il coraggio di rimettersi in gioco e, nonostante un certo piattume nella parte centrale, ci regala un piacevole ascolto.

Traccia consigliata: Buffalo.