Li ho sentiti per la prima volta ieri sera dal vivo e subito ho pensato che fosse un crimine contro l’umanità il fatto che praticamente nessuno parli di loro. Poi mentre se ne andavano dal festival in cui hanno suonato, tra saluti e abbracci, il loro furgoncino a noleggio ha preso fuoco, probabilmente per ripagarlo si dovranno prostituire e di loro non sentiremo più parlare in ogni caso. La tipa che ci suona guadagnerà un sacco perché è proprio una figa.

Il disco l’ho divorato di conseguenza tutta questa mattina: è un fulmine a ciel sereno, un piccolo gioiellino indie pop come non se ne sentiva da un pezzo, venato di un sentimento wave revivalistico quanto basta, in cui la chitarra fa da protagonista. Non una chitarra tecnica, ma docile e soave, come le dodici canzoni del disco, riverberata quanto basta per conquistare l’ascoltatore al primo semplicissimo giro. Un plauso di merito anche alle sezioni ritmiche sempre azzeccatissime e ovviamente alle voci tenui e sognanti, impossibili da non amare.