Do You Wonder About Me? dei Diet Cig è una bella ventata d’aria fresca, non c’è dubbio.

Con questo secondo album in studio, il pop-punk di Alex Luciano (chitarra e voce) e Noah Bowman (batteria) diventa ancora più solare rispetto ai trascorsi di Over Easy (ep del 2015) e Swear I’m Good At This (debut del 2017), e lo sentiamo fin da subito, dalle prime battute di Thriving.
Le parti strumentali sono semplici e prevedibili, la voce di Luciano è nitida e accesa, ricorda Lauren Mayberry dei CHVRCHES, ma solo che anziché volare su tappeti magici di synth, va in sella a una chitarra e a una batteria per lo più da teen comedy.

La prima metà del disco è molto adolescenziale, sia nelle sonorità che nei testi. Thriving, Who Are You, Night Terrors, Broken Body: un poker iniziale sulla paura, sulla fiducia e sul crescere, perni adolescenziali governati dall’amore e cantilenati con tante ripetizioni e parole leggere, tipiche di questo immaginario. Sentiamo Avril Lavigne e Blink-182, ai più smaliziati balza alla mente qualche boccaccia di Steve Stifler. Un inizio talmente fresco e adolescenziale che rischia di diventare infantile e ingenuo. Ma c’è un interludio in cui Luciano canta “I don’t write love songs / But I wrote a song about you”. Qualcosa comincia a cambiare, qui non si fa solo all’amore, sarebbe da dire. Quella sensazione che tutto stava per scadere in ingenuità e generalità, viene frantumata dal pezzo più punk del disco, Flash Food, al quale segue Worth The Wait, una cantata silenziosa e minimale, senza ritornello, due strofe e un verso in particolare (“I just wanna take care of my friends, my plants and me”) che ci fanno capire che si è chiuso il sipario e si è riaperto per una scenografia pronta ad accogliere una nuova scena. Improvvisamente la vena lirica cambia direzione, le atmosfere diventano più ferme, meno giovanilistiche. Ci dimentichiamo American Pie e entriamo dentro altre dimensioni: la conclusione del disco è opposta al suo inizio, lo dimostra la versione reprise di Night Terrors, che, chiudendo l’album, abbandona le luci di un pop-punk spensierato per essere interpretata secondo una chiave più silenziosa e matura, intima.

Partiamo Avril Lavigne e Blink, finiamo Phoebe Bridgers e Snail Mail. Un bel salto, si direbbe. Solo che tutto questo avviene in meno di venticinque minuti, e non ci sono stacchi importanti, o percorsi profondi. La produzione di Do You Wonder About Me?, affidata a Chris Daly, nome vicino a Porches, è quella di un album facilmente accessibile, fatto di chitarre innocue e di percussioni semplici; testi lineari e temi di superficie. Le canzoni a tratti sembrano messaggi whatsapp inviati all’ex alle tre di notte ubriachi; a tratti sembrano dichiarazioni d’amore che il re e la reginetta del ballo di fine anno si confidano abbracciati sotto la palla stroboscopica della palestra di scuola. Poi, verso il finale, c’è uno slancio più maturo, certo, ma non quanto basta per parlare diversamente di questo disco.

Do You Wonder About Me? resta un piacevole dieci tracce di pop-punk mansueto e sotto controllo, ben illustrato dalle emoticon con cui la band ha infarcito il messaggio condiviso il giorno di pubblicazione del disco (post che potete vedere sul loro profilo Instagram): arcobaleno, cuore, palloncini, batti mano, brindisi e poco altro purtroppo.

Tracce consigliate: Worth The Wait, Night Terrors (Reprise)