Questo disco è fondamentalmente una grossissima delusione.

Sin dalla nascita, i Deerhunter sono riusciti a sfornare un disco della madonna dietro l’altro, inclusi i side-project, valorizzatori dell’intera evoluzione artistica. Sono tra le band più importanti dello scorso decennio, ma il passaggio al nuovo a quanto pare li ha visti compiere una falsa partenza.
Ai tempi dell’ultimo disco di Lotus Plaza (side project del chitarrista Lockett Pundt) si era detto di come lo spirito dell’ultimo album dei Deerhunter, Halcyon Digest, rivivesse felicemente sotto varie forme nel suo disco e in quello di Atlas Sound (side project del cantante-chitarrista-scheletro-frotmanone Bradford Cox). Sarà proprio per l’onestà artistica di volersi distaccare dai progetti solisti che questo nuovo disco dei Deerhunter suona così diverso da tutto quello che hanno fatto finora. Diverso non nel bene, ma assolutamente nel male: non rappresenta neanche un passo indietro, bensì un passo verso un’altra direzione che non si addice affato alla band.
In certi punti sembra addirittura un disco della Castle Face (Pensacola, Dream Captain). Tutta la magniloquenza a cui la band ci ha abituato lascia spazio al revival garage e psych, il tutto sommerso in una sproduzione così esasperatamente lo-fi da far venire il nervoso.

Però diciamocelo: sono i Deerhunter.
E infatti non riescono, neanche sforzandosi, a fare una canzone brutta. Escludendo gli scialbi episodi centrali (Blue Agent e T.H.M.) e l’anonima title-track (usata inspiegabilmente come singolo di lancio), riescono ancora ad emozionare (con The Missing e Sleep Walking, le più lotusplaziane del lotto, di cui l’ultima è anche felice debitrice di Halcyon Digest) e soprattutto a gasare, nella loro nuova veste simil-psych-garage: è il caso di Leather Jacket II ma soprattutto di Back To The Middle, che è il punto d’incontro tra la nuova (e comunque, ribadisco, brutta) svolta e il recupero di quel poco degli ultimissimi Deerhunter che disseminano in giro (si vedano l’iniziale Neon Junkyard e la finale Punk, La Vie Antérieure).
Disco decisamente buono relativamente al mondo musicale, ma deludente relativamente alla gloriosa discografia pregressa.

Tracce consigliate: Leather Jacket II, Back To The Middle.