Il successo indipendente è ormai alle spalle per i Cloud Nothings, usciti dai radar dell’hype dopo l’eccellente Here And Nowhere Else. Usciti a torto, perché tutto ciò che è stato pubblicato dopo non è mai stato inferiore all’ottimo, ma è una situazione che probabilmente ha fatto bene a Dylan Baldi, che si è dedicato anima e corpo a fare il cazzo che gli pare. Un disco collante ideale delle anime melodica e hardcore della band (Life Without Sound), un altro che è un ottovolante di chitarre e urla lancinanti (Last Building Burning), un disco free-drone-jazz con il batterista Jayson Gerycz e tantissime comparsate in album di amici, piccole realtà rintracciabili solo su Bandcamp.
Tantissimo lavoro sporco, lontano dalle luci dei riflettori.

In questa situazione di iper-produttività, non stupisce la pubblicazione di The Black Hole Understands, album a sorpresa dei Cloud Nothings composto e registrato durante il lockdown, con Baldi e Gerycz a scambiarsi tracce audio via mail e a mettere insieme i pezzi che la band aveva iniziato ad abbozzare non appena è arrivato lo stop ai concerti.
Il risultato finale è l’album più malinconico dei Cloud Nothings, quello in cui la parte melodica e power-pop esce allo scoperto come non succedeva dai primi bedroom recordings del Baldi solista, e che conferma il suo essere un’entità bizzarra nel grande disegno delle cose con una pubblicazione in esclusiva su Bandcamp, insieme a un abbonamento che permette di supportare la band in cambio di succosi reward per i fan come EP esclusivi e sconti dedicati.
Okay, i Cloud Nothings sono effettivamente diventati un vero e proprio pilastro della scena Bandcamp, e Dylan Baldi lo conferma continuamente con il suo attivismo su Twitter, ma le canzoni di The Black Hole Understands come sono?

Sono belle. Sono belle, ma soffrono di una produzione appena sufficiente, che ha comunque il merito di mettere sotto la lente d’ingrandimento le qualità (apparentemente infinite) del songwriting di Baldi. L’atmosfera è sommessa, le chitarre sono veloci e più pulite, le melodie colpiscono al cuore come sempre: prendete A Weird Interaction e il suo ritornello “I don’t feel like I know you at all”, perfetto per essere cantato con il dito alzato al cielo a un concerto. Oppure Right On The Edge, che sembra la sorellina ritrovata di Hey Cool Kid, ed è un altro di quei brani da ascoltare allo sfinimento. I testi non deludono, e sono i soliti spaccati di sentimenti e vita quotidiana che pochi sanno sintetizzare in poche parole come Dylan Baldi. Come il paragrafo che apre il disco in Story That I Live:

My life has happened in a movie
Who wrote the story that I live?
This ain’t the ending I had wanted
But I have chosen what I did

O l’improvvisa presa di coscienza in The Mess Is Permanent (dopotutto, è pur sempre un lockdown record):

It’s hard to be in this city
It’s hard to breathe in this town
It’s hard to be in this place
When all these walls are coming down

Ci sono dei lati negativi in The Black Hole Understands? Certo. La title-track ad esempio, che ha il compito di chiudere il disco e che suona troppo zuccherosa per quello che è il mood dell’album. O la strumentale Tall Gray Structure, che vorrebbe rifarsi ai lunghi momenti di crescendo strumentali di Wasted Days, Pattern Walks o Dissolution, ma è difficile replicare quell’energia o quell’intensità quando il brano è composto da registrazioni spedite via mail e messe insieme alla fine. Non gliene possiamo fare una colpa, ma sono sicuramente i momenti più deboli dell’album, roba che forse avrebbe trovato uno spazio più dignitoso negli EP riservati ai subscriber su Bandcamp (che contengono comunque delle vere e proprie perle, siete avvisati).

The Black Hole Understands è un’altra prova convincente dei Cloud Nothings, un perfetto lockdown record ma non un album perfetto tout court. E ci mancherebbe altro, viste le condizioni in cui è stato composto e registrato. Sicuramente è il disco che conferma qualcosa che prima era solo sussurrato: di songwriter come Dylan Baldi ne nasce davvero uno su un milione.

Tracce consigliate: A Weird Interaction, Right On The Edge, An Average World