Clams_Casino_-_32levelsEtichetta: Columbia
Anno: 2016

Simile a:
Flatbush Zombies – 3001: A Laced Odissey
Asap Rocky –At.Long.Last.A$ap
Lil b – I’m gay (I’m happy)

Il nome di Clams Casino non può non essere immediatamente associato a quello di Asap Rocky, Lil B e al Cloud Rap, ma forse sarebbe più giusto il contrario. Come recentemente ricordato in un’intervista per Fact, l’influenza del produttore americano in una buona parte dell’hip hop contemporaneo, forte e visibile, raramente ha ricevuto il giusto peso.
Se questo può essere parzialmente dovuto alla scarsa presenza nella scena degli ultimi anni, c’è da dire che le rare collaborazioni – che spaziano da Schoolboy Q e Vince Staples a Fka Twigs e The Weekend,- restano memorabili. Per questo il ritorno di Clams Casino con 32 Level era un evento attesissimo, ma il prodotto non è all’altezza delle aspettative per vari motivi.

Il disco si divide in due parti: la prima di impronta assolutamente rap, che vede la presenza di Lil B in quasi tutte le tracce, Asap Rocky e Vince Staples; la seconda con suoni più pop, ma senza una direzione precisa, ed è quella che contiene le più grosse note negative.
La prima delusione arriva dal featuring tra Lil B e Asap Rocky. Privo di mordente e sinergia tra i due, il pezzo si traduce in due strofe noiose su una bella strumentale, che poteva essere sfruttata meglio.
All Nite, con Vince Staples, è un pezzo escluso da Summer ’06 e per la produzione ritmata ed il rap sincopato ricorda molto Norf Norf, altra collaborazione tra i due. Preso da solo è un pezzo validissimo, ma è difficile ignorare come si contrapponga al resto del disco, lento e di respiro più ampio.
Il lavoro di Lil B nei pezzi rimanenti è impeccabile, per il modo in cui si mischia all’atmosfera delle produzioni e per le liriche totalmente assurde che lo contraddistinguono.
Fino alla sesta traccia 32 Levels è un buon progetto, decisamente ancorato allo stile tipico di Clams Casino, infestato da eco di sample vocali e bassi riverberati. Quello che segue è una svolta a centottanta gradi verso suoni più soft come in Thanks To You o Into The Fire, probabilmente i due episodi peggiori. Da una caratterizzazione forse eccessiva si finisce dritti nell’anonimato totale. Nel mezzo anche un pezzo con Kelela, lontano dall’essere brutto ma di per sé poco interessante anche lui.
Sul finale c’è una ripresa notevole con Ghost In A Kiss e Blast. Il primo è probabilmente la collaborazione più interessante (con Samuel T. Herring dei Future Island), un pezzo parlato ed ossessivo che segna quella che avrebbe dovuto essere la direzione da prendere. La seconda è invece la produzione più bella ed intensa da I’m a God, nonostante duri solo due minuti. Chiusura eccezionale per un disco che delude troppo spesso.

Clams Casino “esordisce” con il suo primo album dopo otto anni di attività, un progetto a tratti confuso e che si divide tra pezzi da mettere in repeat e momenti di pura noia, in cui i pochi punti di rottura e spunti interessanti vengono sfruttati quasi sempre male. Se fosse un vero debutto ci sarebbe da essere soltanto felici. Peccato.

Tracce consigliate: Blast, 32 Levels