Choir of Young Believers è un progetto musicale fondato nel 2009 dal danese Jannis Noya Makrigiannis, dopo aver rotto coi Lake Placid. Lui è il nucleo centrale del collettivo, completato da altri membri in rotazione che lo supportano nei live e in studio.

Gli inizi erano stati davvero incoraggianti: molti singoli al primo posto nella classifica nazionale ( per quanto possa contare la classifica nazionale danese ), “Best New Act” agli Awards danesi del 2009 ( per quanto possano contare gli Awards danesi ); le premesse erano quindi ottime.
Pertanto, ho schiacciato “play” senza alcun tipo di pregiudizio negativo, anzi, assolutamente ben predisposto all’ascolto.
In definitiva, Rhine  gold, è un album particolare, è soprattutto particolarmente brutto. Credetemi, mi riesce difficile spiegare in che modo e quanto questo disco sia brutto. Secondo album ( dopo due Ep ) per i Choir of Young Believers, Rhine Gold è composto da 9 tracce che ti lasciano dentro una sensazione di orrore mista a incredulità. “Non possono aver composto ‘sta roba sul serio” sarebbe il primo commento a caldo di qualsiasi persona normale. Alcune canzoni sono decisamente troppo lunghe ( The third time – 7.12, Paralyze – 10.14 , Have I ever truly been here – 6.28 ) e si scontrano con canzoncine come Patricia’ s thirsts dalla durata di due minuti appena. The third time è la prima traccia dell’album, una mazzata nei coglioni immediata, a tratti mi ha fatto pensare agli Oasis remixati da Skrillex in versione lounge, o una roba simile. Sedated, traccia numero 3, ti catapulta in atmosfere glam-pop anni ’80 da cui vorresti semplicemente scappare il prima possibile, magari coprendoti le orecchie.
In realtà, una canzone l’avevano anche imbroccata ( non chiedetemi come ) ed è Paralyze, un pezzo di cui sicuramente non si può parlar male. Il problema è che puoi anche cominciar bene una canzone, ma se poi per dieciminutiequattordicisecondi fai sempre la stessa cosa, giochi davvero col fegato dell’ascoltatore e la pazienza salta, così come cambia immediatamente il giudizio sulla traccia in questione.
Ah c’era anche un’altra canzone che ricordava tantissimo i motivetti di sottofondo delle televendite dei primissimi anni ’90, ma non penso valga la pena di andare a cercarla di nuovo.