Dopo PINK e PUNK è arrivato WINK, il terzo album delle CHAI, con il quale esordiscono su Sub Pop e si lanciano nell’esplorazione di scenari musicali per loro inediti.

Rispetto alle precedenti uscite, WINK imborghesisce il suono pop-punk, inserendo synth e sample iper-vivaci, che lo avvicinano al pop radiofonico ballabile. Ammicca ai trend di mercato e lo fa bene con un tot di house infighettata ed elementi hip-hop e funk sulla scia di Disclosure e Gorillaz, per capirci. Queste influenze occidentali, portate dalla nuova produzione di Mndsgn, si intrecciano alla tradizione del city pop, ma insinuano il dubbio che dietro tutto questo ci sia lo zampino della label, impegnata nella costruzione di un prodotto facile da ascoltare e facile da vendere.

L’addolcimento del suono è solo una di due metà, perché dall’altro lato le CHAI continuano a fare le matte ballando e coreografando e portando ad un livello ancora più alto il loro japan-english maccheronico con cui fanno dichiarazioni d’amore improbabili, ma dalle coordinate molto chiare: amor proprio e amore (tanto) per il cibo. Infatti, insieme alla canzone d’amore per le ciambelle (Donuts Mind if i Do), c’è quella per la vitamina C degli Yummy orange juice (Vitamin C, appunto) e quella sul pollo fritto (KARAAGE), che snocciola bellissime romanticherie lessicali come Please wrap me up/We need 5 minutes of love.

Questi temi apparentemente no-sense e infantili non devono però illudere.

I brani non solo droppano bene, ma sono vere esaltazioni della bellezza anti-canonica che mirano a smascherare un sistema di valori avariato, con sorrisi innocenti, che innocenti non sono e toni scherzosi, che scherzosi non sono. Prendi la citata ACTION (ispirata al Black Live Matters) o Maybe Chocolate Chips, gioiellino soft dedicato ai nei sul viso che are what deem you special. Poesia vera, come quella dell’8 bit PING PONG, cafona e tradizionale tanto quanto le sale giochi di Lost in Translation. E proposito di drop ci sono quelli azzeccatissimi (anche se, abbastanza sempliciotti) per far partire la macchina del fumo nei dancefloor, come nella citata ACTION e in Nobody knows we are fun, quest’ultima dominata dal groove morbidone in stile Kaytranada.

Ascoltato nel suo complesso WINK ha il sapore dell’album di transizione, che può rappresentare il punto di partenza per imporsi definitivamente ovunque. Va bene, mancano spunti veramente geniali ed i suoni sono piuttosto stereotipati, ma poco importa, perché dietro al neo-kawaii in rosa coordinato, dietro alle filastrocche sul cibo ed ai sorrisini da scolarette, le CHAI vogliono stravolgere il modo di pensare come delle vere antagoniste.

Tracce consigliate: Maybe Chocolate Chips, ACTION