Chiunque si sia mai avvicinato ad un disco di Andrew Bird riconoscerà facilmente l’unicità di questo artista: l’estrema eleganza di melodie che scivolano con nonchalance al di fuori qualsiasi etichetta, che sia quella del chamber/baroque pop o quella ancora più restrittiva del folk; il violino, che di Bird è il marchio di fabbrica – soprattutto quando ‘pizzicato’ – e che riesce a rendere pop grazie alla ricchezza degli arrangiamenti; infine la voce e i testi, entrambi delicati e – nel caso di questi ultimi – in molti casi imperscrutabili, indiretti e letterari. Con Are You Serious qualcosa cambia.

A quattro anni dal bellissimo Break It Yourself e dopo vari esperimenti come Hands of Glory e Echolocations: Canyon, Andrew Bird abbandona parzialmente gli elementi più oscuri della sua composizione e pubblica quello che forse è il suo album più diretto, più ‘accessibile’ perché più apertamente pop, ma non per questo meno meritevole o di qualità minore nella produzione. Bird descrive questo cambiamento in modo ironico, a partire dal titolo Are You Serious e dalla copertina zoomorfa. Il brano che dà il titolo all’album è il manifesto sfrontato di questo cambiamento: cambiamento perché Bird si è sposato ed ha avuto un figlio (“I always was the one you thought would never marry”) e cambiamento perché adotta un linguaggio più diretto (“Used to be so wilfully obtuse, or is the word abstruse?”). Sono di certo le esperienze degli ultimi anni ad aver influenzato questo passaggio, ed infatti Are You Serious presenta una evoluzione anche interna all’album, partendo dai postumi di una rottura in Capsized per terminare nel calore e nella semplicità dell’ultimo verso di Bellevue: “I think I found someone.”

Sul livello compositivo Are You Serious risulta più upbeat e in alcuni casi più rock, passando tra il groove di Capsized, i toni quasi funky di Puma e le distorsioni shoegaze (sì, avete letto bene) di Valleys of the Young. Paradossalmente – ma non per Bird – sono i brani che meno ci aspetteremmo a portarsi dietro i temi più forti dell’album: mentre la title-track affronta il cambiamento, Valleys of the Young mette in discussione l’essere genitori (“From their cradle to our grave / is it selfish, or is it brave?”) e Puma racconta della malattia di sua moglie, anche qui in un modo crudo atipico per Bird:

She was radioactive for seven days
How I wanted to be holding her anyways
But the doctors, they told me to stay away
Due to flying neutrinos and the gamma rays

Atipico è anche il pop del duetto con Fiona Apple, Left Handed Kisses, che contrappone cinismo e romanticismo anche sul piano musicale: l’incontro delle due voci non è più quello armonico creato con St. Vincent in Lusitania, ma diventa un vero e proprio scontro così come lo è nel testo del brano. L’eleganza della mano di Bird la ritroviamo, poi, anche nei più ‘familiari’ Roma Fade e Truth Lies Low, strumentalmente impeccabili quanto cangianti e vitali, o nella più intima Saints Preservus.

Are You Serious è uno di quei bei dischi che funzionano un po’ al contrario, perché di solito i dischi che ‘crescono’ sono quelli che al primo ascolto ti sembrano astrusi. Nel caso di Are You Serious ci troviamo di fronte ad un disco pop che però non smette mai di mettere in mostra il genio compositivo dell’autore, e che ‘cresce’ man mano che se ne colgono le sfaccettature e le minuzie negli arrangiamenti. Quindi – per rispondere alla domanda dell’album – sì, anche nella sua veste più diretta ed orecchiabile Andrew Bird fa sul serio.

Tracce consigliate: Roma Fade, Valleys of the Young