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Amici, come ormai saprete noi cervi siamo dei simpaticoni e ci divertiamo un sacco a fare battute di ogni genere e sorta. Purtroppo, ci capita a volte di dover mettere da parte le battute e mostrarvi il nostro lato serio (un po’ più serio, ma non troppo), se non altro per parlarvi di chi, al contrario, parla proprio a vanvera. Questo è uno di quei casi.
Capita che Antonello Venditti faccia un concerto al Politeama Rossetti di Trieste (cosa di cui normalmente non vi parleremmo perché non ce ne frega una beata mazza) e che, tra una lagna e l’altra, se ne esca con una battuta come “lasciamo stare le foibe, che sarete stufi di sentirle nominare”. Se l’obiettivo del caro Antonello era quello di raggelare il sangue al pubblico c’è certamente riuscito. Tuttavia, non contento, nel giro di qualche minuto rincara la dose commentando “sono cresciuto a Roma nel quartiere Trieste, quartiere fascista. C’è qualche fascista in sala? Speriamo di no”.
Non siamo certo qui a dire che non si possa unire la musica ad altri argomenti, magari anche più seri. Potremmo fare una lista infinita di artisti che, nel corso delle loro carriere, hanno abbracciato (o anche solo sfiorato) cause politiche, sociali, economiche, ecc ecc. Tuttavia, bisogna farlo con a) cognizione di causa e b) rispetto.
Probabilmente il nostro Venditti ha preso ispirazione dal pioniere delle battute infelici (di chi stiamo parlando? Di Berlusconi ovviamente, già noto per le barzellette sugli ebrei di cui non parleremo in questa sede perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa) o, probabilmente, voleva semplicemente far parlare un po’ di sé. Caro Antonello, in entrambi i casi, il tuo risultato è stato uno e uno soltanto: sembrare un coglione. E, bisogna riconoscertelo, ci sei riuscito alla grande. In primo luogo perché a 65 anni dovresti conoscere il significato dell’espressione “politicamente corretto” (e se così non fosse preghiamo chiunque ti sia vicino di illuminarti a riguardo). In secondo luogo, fai una battuta sulle foibe e decidi di farla proprio a Trieste? Ma fai sul serio? La tua prossima mossa qual è, andare in Israele a dire che l’olocausto non c’è mai stato? (A proposito, in certi paesi prendono così sul serio cosette come stermini e massacri che non solo non ci scherzano sopra, sono addirittura vietate – da apposite leggi sul negazionismo, ndr).
Tornando a voi, amici che vi siete letti questo papiro, ci sembrava giusto e necessario parlarvi della cosa, ma non ci sentiamo di dedicare altro spazio a questa buffonata.